Scommettiamo che la conoscevate tutti per Rocky e per i suoi allenamenti sfrenati? …eppure sulle scale e per le strade di Philadelphia non scorre solo il sudore dell’amatissimo Sylvester Stallone, piuttosto uno spirito di intensa libertà che la caratterizza già dal 1776.
Perché questa data? Affinché d’ora in poi possiate associare Philadelphia ad un fondamentale frammento di storia universale, oltre che ad un’icona cinematografica.
Perché qui affonda le radici quella democrazia pulita e dalle larghe vedute che anche gli Europei hanno ereditato.
Quella Democrazia che ci fa amare Obama e a cui aspiriamo a tornare (che non si legga alcuna inflessione politica in ciò che è scritto).
Nel 1776, nella Community Hall, viene firmata la carta d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America.
Tutti a dare visibilità solo a New York che, per carità, magica e unica nel suo genere, ma ci si è mai chiesti: cosa c’è all’ombra di quei grattacieli?
Intanto – finita nei recessi di una memoria storica che (forse) abbiamo acquisito a scuola – Philadelphia rimane la culla di un processo che ha rivoluzionato dal profondo l’anima degli Americani e che li ha resi ai nostri occhi così invidiabilmente liberi.
Qui è nato il sogno americano verso il quale hanno navigato tanti emigrati europei.
Qui è nata un’idea, un desiderio trasformato in realtà.
Ma ciò che sembra più assurdo è che un evento così importante e dagli effetti duraturi nel tempo si sia tenuto in una sede tanto piccola e semplice, quasi insignificante.
A voler sottolineare l’importanza del contenuto piuttosto che della forma, della concretezza piuttosto che della munificenza.
Questa è Philadelphia, questa è l’America.
E qui verrebbe da stilare un elenco di differenze fra “noi” e “loro”, ma si guarda oltre: alla ricerca di aspetti comuni.
E in fondo non è difficile trovarli se proprio in cima alle scale dove il nostro eroe si allenava, il Museo d’arte viene realizzato a immagine e somiglianza dei templi greci e romani.
Un frontone triangolare che poggia su colonne robuste e scanalate …un po’ si apre il cuore, perché più si vola lontano e più si cerca in tutte le cose un legame con la propria patria, ma questa città ci viene incontro.
“Welcome to Philadelphia” …e poi, accanto, la famosa scultura scomposta “LOVE” (ormai in tutte le piazze delle grandi capitali), qui nella forma “AMOR“.
Noi italiani, profondamente latini, siamo proprio dappertutto!
Quindi: dalla prosa alla poesia, all’arte. Dalla storia all’architettura, ai murales!
Arte di strada si, ma autorizzata dalle istituzioni a patto che solo chi abbia realmente doti artistiche funzionali a trasmettere bellezza, possa usare i suoi attrezzi sui muri.
Sapete che significa camminare e sentirsi sulla tavolozza di Cezanne?
L’effetto è più o meno quello.
Ecco a voi pochi cenni, come le pennellate di un pittore sulla tela, ma coloratissimi e significativi. Fatelo qualche passo oltreoceano: oltre Manhattan, oltre le luci, oltre i colpi di scena perché ci sono “retroscena” meravigliosi!