Raccontare, in trenta minuti, le storie di chi prova a coronare i propri sogni e di chi ci è riuscito, in modo da sciogliere un po’ le “pare” che tutti noi affrontiamo ogni giorno guardando al nostro futuro.
È questa l’idea alla base di “Cime di Pare”, nuovo podcast nato da un’idea di tre ragazzi di Bitonto, Nicolò Ventafridda, Lisa Fioriello e Davide Saponieri, e prodotto da Leggerissimo Studios.
Il titolo, che ricorda uno degli ingredienti più tradizionali della nostra cucina, nasce dall’unione dei due concetti cardine alla base del format: le “cime” e le “pare”. Con le prime si intendono, secondo una diffusissima accezione dialettale, i campioni, i testardi, coloro che hanno inseguito i propri sogni e ce l’hanno fatta. Con le seconde, invece, si intendono le paranoie dettate dal timore di quel che il nostro futuro ha in serbo per noi, quelle che spesso ci facciamo quando, davanti ad uno specchio o nel pieno di una solitaria, ma molto intensa, riflessione con noi stessi, ci interroghiamo su quel che vogliamo e sulle nostre reali capacità di soddisfare le ambizioni.
Otto gli episodi della prima stagione. Caricati ogni lunedì, da gennaio a fine febbraio, su Spotify, Youtube, Twitch e su tutte le piattaforme di streaming podcast. Ma i tre giovanissimi autori già pensano ad una nuova stagione con coinvolgendo tanti altri ospiti. Anche perché, finora la reazione degli utenti è stata molto positiva: ad oggi, Cime di Pare ha già registrato quasi mille visualizzazioni.
Tra gli ospiti, personaggi del mondo dello sport, della cultura e della politica: l’attore teatrale Raffaello Fusaro, il direttore della fotografia Michele D’Attanasio, il cantautore Giò Sada e tanti altri. È stato ospite persino Nichi Vendola, raccontatosi a 360 gradi e non solamente per la sua storia politica. Senza contare i personaggi che, già nel 2022, erano stati ospitati nella “stagione zero” del podcast, tra cui il giovane regista Saverio Cappiello, il giornalista Felice Florio, il musicista Costantino Carrara.
«Crediamo che serva essere un po’ più testardi, un po’ più “cime”!» è la frase riportata sulla pagina di Spotify. Una convinzione ribadita da Niccolò Ventafridda uno dei due speaker e autori dei podcast, insieme a Lisa Fioriello, mentre Davide Saponieri si occupa della parte tecnica.
Ma perché la scelta di utilizzare lo strumento del podcast per raccontare le storie? Sicuramente perché è, attualmente, molto in voga e sta donando alle radio nuova linfa. Ma c’è dell’altro, spiega Ventafridda: «Ci piaceva riprendere l’idea di raccontare storie a voce, come spesso facevano i nostri nonni. Abbiamo iniziato già l’anno scorso, ma poi il progetto si è andato sempre più evolvendo sia a livello tecnico che di contenuti».
Con la stagione che volge ormai al termine, dunque, già si pensa ai contenuti della prossima stagione.
«Continueremo a raccontare sia i successi, le “cime” che le “pare”, gli ostacoli, le paure, puntando a raggiungere un pubblico sempre più ampio» conclude Nicolò.