«”The Diva-Oltre il successo” è una critica a quello che accade oggi nel mondo dello spettacolo. A volte, si pensa che il teatro sia solo un abito elegante, delle belle luci o frasi dette, una straordinaria colonna sonora. Ho sempre vissuto con la consapevolezza che il teatro non fosse totale apparenza».
Le parole del regista Piergiorgio Meola suggellano il successo della sua ultima produzione, andata in scena lo scorso venerdì.
Questa volta, ha portato sul palcoscenico del Traetta la sua storia e quella degli attori di Okiko The Drama Company.
Nel mondo d’oggi, «temiamo il giudizio più di ogni altra cosa –ha commentato Piergiorgio-, nonostante le nostre vite siano alla mercé di chiunque, social network, fotografie. Tutti siamo tutto ora. Bei tempi andati, quelli in cui pochi sognavano il successo e con sacrificio e dedizione raggiungevano i loro obiettivi, con le lacrime, con il cuore, con la voglia di lottare. Siamo tutti attori e modelli degli altri e mai di noi stessi».
I riflettori puntati, i flash, gli applausi, la gloria e il denaro spesse volte offuscano la mente di chi fa parte del mondo dello spettacolo, facendo dimenticar loro di avere un’anima.
E’ questo quello che è capitato al protagonista David Contini (interpretato da Giuseppe Visaggi), regista di una compagnia con la quale è arrivato all’apice del suo successo. Tuttavia, ciò che succede durante l’ultimo debutto ha segnato la sua vita e quella di chi lo ha sempre seguito, anche se nell’ombra, sua sorella Isabelle (Giulia Rucci).
Contro il volere del padre, i due hanno lottato per realizzare i loro sogni, ma con le dovute conseguenze. David ha sempre avuto paura di mettere a nudo i suoi sentimenti e ha preferito costruirsi una maschera –nonché gli occhiali sempre puntati sul naso-, la stessa che lo ha portato a restar solo finché non è riuscito a buttarla via.
Il vero ostacolo per raggiungere quello che si desidera, infatti, siamo sempre e solo noi stessi. Solo la capacità di sognare tanto e, poi, di rimboccarsi le maniche può condurci al traguardo.
La pazienza della stilista Diana (Ines Froio), l’amore fraterno della scrittrice Isabelle e della sua Victoria (Rosa Masellis, nei panni della logorroica e testarda femme fatale), l’ambiziosa e invidiosa collaboratrice di scena Nicole (Angela Ubaldino), la superbia della soprana Amalia (Angela Lisi), la forza e caparbietà di Clara (Stefania Sannicandro) e la leggerezza di Derek (Luigi Bianco) hanno fatto capire a David quello che veramente conta.
Dietro il sipario si nascondono storie di un legame dimenticato -come quello di Amalia e Clara, mamma e figlia, destinate a coltivare la stessa passione per la lirica- o di un amore nascosto –quello di Diana e Isabelle-, invidia, saccenteria, fragilità, la voglia di crescere.
Ma, soprattutto, v’è il grande lavoro dei collaboratori di scena –interpretati da Michele D’Amore, Teresa la Tegola e dalla scenografa Silvia Rucci-, di una sarta –in questo caso, Fausta Pasculli-, dei costumisti –Marina Mundo e Saverio Maggio-, di chi si occupa dell’impianto luci –Andrea Mundo e la troupe di Fabio Fornelli-, della musica –Piergiorgio Meola-, del trucco –Giulia Rucci– e delle acconciature –Mimma Daucelli.