Il “BiTalk”, un festival all’insegna dell’arte e della follia che vi è in essa, si è concluso, domenica sera, con l’esuberante esibizione al pianoforte di Morgan, uno dei fondatori dei Bluvertigo.
Il cantautore milanese è stato ospite presso il Teatro Traetta di Bitonto, dove ha prima dialogato con il regista Cosimo Damiano Damato su “Anche la follia merita i suoi applausi” e poi ha allietato gli spettatori con il concerto “Piano solo”.
Dalla sonata n.8 op.13 di Ludwig van Beethoven, nota anche con il nome di “Grande sonata patetica” e a cui si adatta il suo brano “Destino Cattivo”, a “Margherita” di Riccardo Cocciante, il cui senso del testo ha sbeffeggiato, a “La ballata di Michè” di Fabrizio De Andre’ o “Il mio regno” Luigi Tenco, “Life on mars” di David Bowie, oltre ad alcuni brani del suo repertorio come “Una storia di amore e di vanità”, “Me testo” o “Altrove”.
In questo variegato e particolare spazio dove il pensiero, l’anima e la follia diventan musica, si è mosso l’artista. Sottile è stato il suo confine con il mondo reale, segnato 52 tasti bianchi e 36 neri. Nel varcarlo ha trasportato gli spettatori con sé, dando prova di quanto –ebbene sì- anche la follia merita i suoi applausi.
D’altronde, che cos’è essa se non un disconnettersi dal reale? O un cercare di guardarsi con occhi diversi? Ognuno con i suoi modi di fare, magari un po’ estroversi, stravaganti ed eccentrici come quelli di Morgan.