Ho avuto una fortuna grande e per meritarmela non ho fatto nulla, o quasi. Sono “figlio” delle due città più belle del mondo: Bitonto per parte di padre e Matera per tocco materno. Già, da un lato, un autentico scrigno di meraviglie artistiche mozzafiato; dall’altro, il libro di storia da Dio dimenticato aperto sulla scrivania del mondo. Questo sono per me la Capitale europea della Cultura e la finalista per il medesimo titolo, italico però. Con tutti gli incroci che ne possono derivare da legami intrisi di amore e ammirazione per zii e zie, cugini e cugine, e miriadi d’altri parenti dal cuore grande e dal generoso senso d’ospitalità magnogreca. Il tutto circonfuso da una dolce aura di sogno. Ne avrei da raccontare, ma sarebbero aneddoti personali e nulla più. Poi, succede che incontri un altro materan-bitontino vulcanico, eccezionale, imprevedibile e la vicenda intima si fa esemplare di un intarsio socioculturale più ampio. La Città dei Sassi e la Culla degli Ulivi hanno tanto, tantissimo in comune. Eh sì, perché Gino Stigliani è il sindaco del mondo, conosce tutti e da tutti è conosciuto e stimato, ed è irrefrenabile. Sa fare radio con sagacia e simpatia, cadenza infallibile i tempi di questo fascinoso medium, che nel frattempo è divenuto pure tv, e non sbaglia un colpo. Così, Radio Radiosa Music è il suo regno, lui sovrano del Gintonik, trasmissione di due piacevolissime ore che volano leggere fra parole (pensose e allegre) e musica (nuova e classica), durante le quali si mette a nudo l’ospite di turno. Una settimana fa, l’onore è toccato al sottoscritto. Con Gino (https://www.spreaker.com/episode/18480626) abbiamo navigato sul veliero dei ricordi, fra affetti indimenticabili, la bellezza onirica degli anni dell’infanzia, le analogie fra la Festa della Madonna della Bruna e quella dei Santi Medici Cosma e Damiano, altrettanti momenti cruciali della storia di due comunità che riconoscono la loro identità tra fede e tradizione, la rinascita dei due centri onusti di gloria, le difficoltà quotidiane della scuola, riformata spesso da chi quel mondo lo ignora con stoltezza e arroganza. Insomma, centoventi minuti di gioioso dialogo, inframmezzati dall’accattivante pillola meteo con un elegantissimo e simpaticissimo Giuseppe Loperfido, e guidati con sereno rigore dall’ottimo Marco Quintano in regia. Una gustosa esperienza da ripetere, certamente, per me e per tutti coloro che ormai sono divenuti fedeli radiotelespettatori dell’immenso, sorridente, inarrivabile Gino.