Violenza contro le donne. Un tema purtroppo sempre d’attualità, dato che ogni giorno sono molte le donne costrette a subire abusi e violenze da parte di uomini e, peggio ancora, sono costrette spesso a subire le condanne di una parte della società che tende a giustificare l’aggressione, attribuendo parte o tutta la colpa alla vittima.
Proprio per combattere questa diffusa mentalità, secondo cui le vittime di uno stupro “se la sono cercata”, l’associazione “Io sono mia”, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha organizzato sabato scorso uno slow-mob, sfilando per le vie della città per sensibilizzare i cittadini sul tema. «Uno slow-mob arrabbiato e provocatorio, perché il tempo ha reso opachi i diritti che le donne hanno duramente conquistato e li sta privando del loro profondo significato».
«Non siamo qui solo contro la violenza sulle donne. Siamo qui contro la “cultura dello stupro”, perché nel 2017 c’è ancora chi giustifica uno stupro, additando la colpa alla donna, la responsabilità è di tutti noi» sostengono le volontarie dell’associazione, ricordando che il vestito indossato dalla donna, qualsiasi esso sia, anche il più provocatorio, non è un invito alla violenza: «”No” significa “no”. Nessuna donna ha mai cercato uno stupro. Possiamo cercare l’amore, un amante, una notte di sesso, ma mai la violenza. Lo stupro non è mai colpa della vittima, ma solo dello stupratore».