Una strada intitolata a Pietro Stallone. Un’altra a Pasquale Cascione. Un’altra ancora anche a Lucia Spadone.
Cambia ancora la toponomastica cittadina, e lo fa dedicando arterie stradali oggi senza un nome a illustri personaggi che hanno dato un notevole contributo alla città nel ‘900.
Il via libera è arrivato qualche giorno fa dalla Giunta comunale, che ha soltanto preso atto e dato assenso al lavoro fatto dalla Commissione toponomastica già a febbraio 2020.
La I traversa di via Palmiro Togliatti diventerà, allora, via Pietro Stallone (Palombaio 1898 – Roma 1975). Ufficiale del Genio telegrafico durante la Prima guerra mondiale, aveva da poco fondato il sindacato unitario postelegrafonici, insieme ad altri (compagni di lavoro, carabinieri addetti alla Censura Postale e giovani appartenenti alla ex Milizia Postale), il 9 settembre 1943, “organizzò la difesa del Palazzo delle Poste e della Radio dall’attacco nazista”. La richiesta di intitolare, come già avvenuto a Roma e a Bari, un’area pubblica anche a Bitonto è accompagnata dalle firme di 62 cittadini, raccolte prevalentemente con una sottoscrizione promossa da Lions Club (Bitonto) e Centro studi mutualistici emancipazione e partecipazione (Roma).
Sempre in pienissima zona 167, la traversa privata di via Palmiro Togliatti si chiamerà, invece, Pasquale Cascione (Bitonto 1877 – 1942). La richiesta è arrivata già nel 2012 dalla famiglia, in modo da ricordarne la “sua grande personalità di giurista e il suo impegno di benefattore” capace di “coniugare rigore e sapienza nell’amministrazione della giustizia e nell’esercizio di alte cariche civiche”. Cascione è stato un apprezzato giurista, tanto da diventare pretore onorario di Bitonto nel 1892, cavaliere dell’ordine della Corona d’Italia nel 1921 e quindi ufficiale dell’ordine della Corona d’Italia nel 1939.
Quel tratto di strada che da via Francesco Planelli porta in via Berlinguer sarà intitolato a Lucia Spadone, che per i bitontini è meglio conosciuta (e così rimarrà per sempre) “mamma Lucia”. Nata a Bitonto nel 1896 e qui morta nel 1975, dal 1916 al 1966 è stata ostetrica comunale. Cinquant’anni in cui per prima ha abbracciato sul suo petto circa 25mila bambini, praticamente l’intera popolazione bitontina del periodo. Una “straordinaria donna” degna di ricevere dalla comunità bitontina “un giusto riconoscimento sia per essere stata una lavoratrice instancabile, che per essere stata premurosa e responsabile nel suo lavoro quotidiano”, dispensando a partorienti e nuovi nati il suo “angelico sorriso rassicurante”.