Comincio a pensare che, Lassù, Qualcuno abbia deciso di fare incetta di galantuomini quaggiù. Forse perché han presagito qualcosa che somiglia ad una fine o solo per infoltire le schiere degli angeli, certo è che ce li stanno portando via tutti. Uno ad uno. Ed è uno stillicidio lacerante per una comunità come la nostra, che, con lo scorrere del tempo, smarrisce sempre più ideali e lindore. Ieri, è toccato al dottor Gaetano Depalo, odontoiatra di chiara fama, ma persino molto di più. Nobiltà di cuore s’abbinava ad una gentilezza nei modi da galateo antico. Prreimo che la musica melodiosa che donava ai suoi pazienti in attesa di intervento fosse pure fra le sue predilezioni e quei gusti rari e splendenti dicono già tanto di una persona. Poi, durante le operazioni, ti accoglieva con un sorriso di primavera e la parola suadente e raffinata curava più degli strumenti della professione che esercitava da sempre. Prima veniva sempre la persona col racconto del suo vissuto e poi l’utente con problemi alla dentatura. Sì, qualche anno fa era stato ghermito da un brutto male, invido e crudele, che spesso si accanisce con i migliori. Ma il suo garbo consueto, che celava una tempra incrollabile, trasformava quell’attacco ferale in una voce passeggera. E, come se nulla fosse successo, era sempre piacevole ritrovare il dottor Depalo, ognora elegante ben oltre il camice, e dialogare con lui di tutto – ah, sì, la cultura che spaziava in ogni campo era un’altra sua peculiarità. La premurosa attenzione nei confronti di tutti e la dolcezza del garbo erano la corazza, materiata di doloroso amore per i suoi cari, per vincere anche le tante ferite della vita. Tutto questo, fino a ieri, quando è giunta la triste notizia. Poche parole sopra un manifesto bianco, il volto lucente di serafica pace del dottor Gaetano De Palo e noi che restiamo qui sempre più poveri…