Era la mattina dell’8 gennaio 1980, 36 anni fa, quando a Milano le Brigate Rosse uccidevano con un efferato agguato tre agenti di polizia in servizio di perlustrazione in fabbriche e scuole. Con il vicebrigadiere Rocco Santoro e l’appuntato Antonio Cestari, anche il 25enne bitontino Michele Tatulli cadeva sotto i colpi sparati senza pietà dai terroristi della colonna “Walter Alasia”.
Anche quest’anno, la città ha rinnovato la memoria di quella tragica giornata e ha reso omaggio al proprio figlio. Lo ha fatto con una cerimonia svoltasi ieri mattina all’ingresso di Palazzo Gentile, dove c’è la lapide che ricorda quel maledetto 8 gennaio.
A posare la corona di fiori c’erano il sindaco Michele Abbaticchio, il questore di Bari Antonio De Iesu, i vertici delle forze dell’ordine cittadine e alcuni familiari del giovane poliziotto bitontino caduto mentre stava compiendo, come ogni giorno, il suo dovere e il suo lavoro.
«Nessuna sana democrazia – ha affermato De Iesu – riesce a sopravvivere se non dà il giusto risalto a figure come Michele Tatulli, diventati eroi seppur contro la loro volontà. E’ chiaro che il concetto di terrorismo è cambiato nel corso degli anni perché non è più endogeno ma internazionale, e per sconfiggerlo serve davvero la collaborazione di tutti».
«Michele Tatulli – è la certezza del primo cittadino – è un figlio della nostra terra e un esempio che dovrà essere ricordato sempre dai più giovani».
Le foto sono state gentilmente concesse dalla Polizia di Stato