Da un lato un progetto di 500mila euro per abbattere tutte le barriere architettoniche e cognitive attualmente esistenti nella sede della Biblioteca comunale e fare in modo che, con la fruizione dell’intero livello a piano terreno e al secondo piano, la struttura museale sarà in grado di garantire un impatto positivo sulla promozione turistica della Città costituendo un polo di eccellenza unitamente agli altri luoghi della Cultura presenti. Dall’altro, un altro ancora più ambizioso, di ben 2milioni e mezzo di euro, per dire addio alle barriere presenti nel Torrione angioino, renderne fruibile il fossato con mostre e allestimenti d’arte contemporanea e accessibile persino il lastrico solare per renderlo un notevole punto d’osservazione sulla città antica e su quella oggetto della prima espansione urbana extramoenia. Bussando alle porte e alle casse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La Giunta comunale ha dato il via libera – fondamentale è stata la collaborazione con alcune realtà del territorio – a due progetti esecutivi con cui dare un colpo importante al problema atavico dell’inaccessibilità (totale o parziale) di alcuni storici contenitori culturali e rispondere all’Avviso ad hoc (la scadenza è oggi, ndr) da parte del ministero della Cultura, che mette a disposizione poco di più di 123 milioni di euro per interventi altamente significativi, idonei a generare un tangibile miglioramento delle condizioni di accessibilità fisica, sensoriale e cognitiva in rapporto all’obiettivo della fruizione ampliata.
L’amministrazione comunale, allora, ha subito pensato a Palazzo Rogadeo, la sede della Biblioteca e al Torrione angioino, casa della Galleria civica di arte contemporanea, che, con l’eventuale finanziamento, sarebbero riqualificati anche sotto altri aspetti. Perché loro? Il primo – si legge nella delibera di Giunta – “non garantisce l’accessibilità e la visibilità ai soggetti portatori di handicap ad ampi spazi che invece vengono frequentemente adibiti ad esposizioni e mostre temporanee, in particolare: il giardino di agrumi nella corte interna; il magazzino rimessa al piano terreno; il secondo piano e la mancata accessibilità di ampie zone ai soggetti diversamente abili non permette al luogo di avere quella rilevante funzione di attrattore sia in termini turistici sia in termini sociali”. Il secondo è nella stessa situazione, tanto più “che – si legge – non sono adibiti ai soggetti portatori di handicap ampi spazi che invece vengono frequentemente adibiti a esposizioni e mostre temporanee, in particolare il fossato difensivo; le sale superiori; il lastrico solare”.