Piccola chiesa a forma rettangolare con volta a botte posta nel campo di S. Leone, sull’antica via Patierno, San Vito ora è su via Felice Cavallotti.
Fu edificata da Francesco Franco nel 1664, come attesta un’iscrizione posta sull’ingresso, probabilmente sulle rovine di un’altra chiesa più antica dedicata allo stesso santo. Un locus S. Viti alla via Patierno è attestato in un documento del 1202. Un’altra iscrizione posta sulla parete a sinistra rivela che l’abate Felice Franco nel 1716 la fece restaurare e affrescare. Infatti la chiesa, leggermente sottoposta all’attuale livello stradale, ha rilevato con gli ultimi restauri alcuni dipinti nascosti sotto i ripetuti scialbi. Sulla parete di fondo gli affreschi rappresentano S, Crescenzio e Modesto. Due angeli sembrano aprire le porte del tabernacolo. Al centro è una tela di S. Vito, dipinto tardo manieristico attribuibile alla scuola dei de Corduba. Sul pavimento è una pietra sepolcrale con le solite funebri immagini scolpite. La facciata presenta un piccolo portale a doppio architrave con iscrizione dedicatoria, un rosoncino a quattro razze, inscritto in un quadrato per illuminare l’interno, e un campanile a vela.
Tutta la chiesa è inglobata nelle fabbriche della famiglia Franco e poi de Facendis. Vicino alla chiesa vi era una torre di vedetta da cui il 21 maggio 1741 Carlo III e la sua consorte potettero ammirare il campo di battaglia su cui si decisero le sorti di quella dinastia nel 1734. (Notizie tratte dal volume di Stefano Milillo, “La Chiesa e le chiese di Bitonto”, Ed. Centro ricerche di Storia ed Arte – Bitonto).
Molto interessante è anche l’iscrizione che si trova sul frontespizio, ove, oltre ad essere ricordata la vicenda biografica del Santo martire, si nasconde un “purum anagramma” nel primo distico, scoperto e analizzato dal prof. Nicola Fiorino Tucci sulle pagine del mensile Primo Piano di qualche anno fa.