“Sia concessa la cittadinanza onoraria a Linda Spadaro, moglie di Renato Brucoli, in memoria e segno di gratitudine per tutto ciò che Renato ha fatto per la nostra città”. È la proposta avanzata da Mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, durante il convegno, moderato dal giornalista Valentino Losito, che si è svolto ieri sera nell’auditorium della Fondazione Santi Medici, per commemorare il giornalista Brucoli, scrittore ed editore, coordinatore del bollettino del Santuario “L’Eco dei Santi Medici”.
A ricordare la figura di Brucoli è intervenuto anche Piero Di Domenicantonio, coordinatore de “L’Osservatore di Strada”, mensile de “L’Osservatore Romano”, che ha evidenziato le qualità del collega come “comunicatore di speranza che incarnava le virtù della mitezza e della profezia in un tempo in cui la violenza, l’arroganza e il narcisismo avvelenano la società”.
“Per me Renato è stato un dono”, ha detto il vescovo di Rieti, Mons. Vito Piccinonna. “Se c’era qualcosa che si imponeva era il suo sorriso”. Per l’ex parroco rettore della Basilica, Brucoli è stato “la traduzione laica più bella di don Tonino Bello, per questo è stato per me come stare davanti a una sorgente”.
Anche per Mons. Savino Renato è stato un “compagno di strada, con cui abbiamo condiviso sogni, speranze, amarezze. Abbiamo sperimentato come l’amicizia sia un balsamo vissuto nella reciprocità”.
Mons. Savino ha poi ricordato l’attività giornalistica di Brucoli. “Viveva il giornalismo come denuncia di salvezza”, ha detto. “‘Rompeva le scatole alla politica’, mantenendo la schiena dritta e tenendo a mente la frase di Paolo Borsellino, che invitava tutti a ‘sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità’”.
Mons. Savino ha concluso il suo intervento racchiudendo la figura di Brucoli in tre nodi fondamentali: spiritualità, comunione e profezia. “Fu un uomo che visse dentro, con una profondità agostiniana, tormentato. Grazie alla spiritualità imparò ad innamorarsi di Gesù; si sforzò sempre di amare la Chiesa e la sognò più povera. La profezia è l’ascolto: così ha fatto camminare la speranza”.