Sono questi giorni di protesta per i venditori ambulanti, guidati da Donato Gala -presidente CasAmbulanti Puglia- e affiancati dal consigliere comunale e avvocato Giuseppe Santoruvo, che anche oggi sono scesi in piazza per chiedere aiuto e di poter ricominciare a lavorare.
Alcuni di loro, questa mattina, sono impegnati in un incontro online con esponenti della Regione Puglia per discutere delle misure di ristoro, altri sono nuovamente davanti a Palazzo Gentile e fortunatamente una loro delegazione è stata accolta dal sindaco Michele Abbaticchio.
“All’amministrazione comunale chiediamo di continuare a fornire un supporto economico e psicologico per la nostra categoria. Ci sono famiglie al lastrico -ha dichiarato a tal proposito ai taccuini del Da Bitonto il presidente di CasAmbulanti Puglia– e la cui situazione è nota ai servizi sociali, che già si sono resi disponibili a dare delle risposte”.
“Chiediamo anche di prendere un provvedimento in deroga al decreto del Governo per la zona rossa in modo tale che le categorie con il codice ateco autorizzato, gli alimentari, i florovivaisti e produttori agricoli, possano aprire la loro bancarella nel mercato all’aperto. Altrove è stato possibile”.
Proprio per questo, i venditori ambulanti ieri mattina hanno occupato in segno di protesta, senza quindi essere aperti alla vendita, le loro postazioni mercatali a Bitonto.
“Non è possibile che il Governo permetta l’apertura di mercati al chiuso con determinati codici ateco e chi di noi ne possiede uno uguale non può lavorare all’aperto. La situazione sta diventando troppo pesante, stiamo perdendo merce in cui abbiamo investito e se continueranno a farci restare fermi o non darci risposte, dopo Pasqua ricorreremo alle aperture forzate proprio per necessità economiche”.
Quello che rammarica è che “I pseudo ristori che il Governo ha messo a disposizione non coprono neanche il 20% della categoria”. A differenza del decreto Ristori e del Decreto Ristori bis, il decreto Sostegni sgancia la procedura dai codici ATECO e dà a tutti la possibilità di richiedere l’indennizzo, ma non basta. Questo perché il requisito per rientrare tra gli aventi diritto – imprese e titolari di partita Iva – è quella di dimostrare un fatturato non superiore a 10 milioni di euro e perdite almeno del 30% di fatturato medio mensile nel 2020 rispetto al 2019. A questa cifra, va poi applicata una percentuale dal 20 al 60 per cento in base alla fascia di fatturato di appartenenza. Ed è proprio in questo il problema, “l’esiguità degli aiuti”.
Come se non bastasse “la percentuale sugli incassi per chiedere indennizzi non è la stessa a livello regionale dove sale addirittura al 50% di fatturato medio mensile nel 2020 rispetto al 2019 tagliando fuori l’80% della nostra categoria”. Questa mattina, proprio per questo, alcuni rappresentanti di CasAmbulanti sono in videoconferenza con la Regione Puglia.
Sono questi giorni di protesta per i venditori ambulanti, guidati da Donato Gala -presidente CasAmbulanti Puglia- e affiancati dal consigliere comunale e avvocato Giuseppe Santoruvo, che anche oggi sono scesi in piazza per chiedere aiuto e di poter ricominciare a lavorare.
Alcuni di loro, questa mattina, sono impegnati in un incontro online con esponenti della Regione Puglia per discutere delle misure di ristoro, altri sono nuovamente davanti a Palazzo Gentile e fortunatamente una loro delegazione è stata accolta dal sindaco Michele Abbaticchio.
“All’amministrazione comunale chiediamo di continuare a fornire un supporto economico e psicologico per la nostra categoria. Ci sono famiglie al lastrico -ha dichiarato a tal proposito ai taccuini del Da Bitonto il presidente di CasAmbulanti Puglia– e la cui situazione è nota ai servizi sociali, che già si sono resi disponibili a dare delle risposte”.
“Chiediamo anche di prendere un provvedimento in deroga al decreto del Governo per la zona rossa in modo tale che le categorie con il codice ateco autorizzato, gli alimentari, i florovivaisti e produttori agricoli, possano aprire la loro bancarella nel mercato all’aperto. Altrove è stato possibile”.
Proprio per questo, i venditori ambulanti ieri mattina hanno occupato in segno di protesta, senza quindi essere aperti alla vendita, le loro postazioni mercatali a Bitonto.
“Non è possibile che il Governo permetta l’apertura di mercati al chiuso con determinati codici ateco e chi di noi ne possiede uno uguale non può lavorare all’aperto. La situazione sta diventando troppo pesante, stiamo perdendo merce in cui abbiamo investito e se continueranno a farci restare fermi o non darci risposte, dopo Pasqua ricorreremo alle aperture forzate proprio per necessità economiche”.
Quello che rammarica è che “I pseudo ristori che il Governo ha messo a disposizione non coprono neanche il 20% della categoria”. A differenza del decreto Ristori e del Decreto Ristori bis, il decreto Sostegni sgancia la procedura dai codici ATECO e dà a tutti la possibilità di richiedere l’indennizzo, ma non basta. Questo perché il requisito per rientrare tra gli aventi diritto – imprese e titolari di partita Iva – è quella di dimostrare un fatturato non superiore a 10 milioni di euro e perdite almeno del 30% di fatturato medio mensile nel 2020 rispetto al 2019. A questa cifra, va poi applicata una percentuale dal 20 al 60 per cento in base alla fascia di fatturato di appartenenza. Ed è proprio in questo il problema, “l’esiguità degli aiuti”.
Come se non bastasse “la percentuale sugli incassi per chiedere indennizzi non è la stessa a livello regionale dove sale addirittura al 50% di fatturato medio mensile nel 2020 rispetto al 2019 tagliando fuori l’80% della nostra categoria”. Questa mattina, proprio per questo, alcuni rappresentanti di CasAmbulanti sono in videoconferenza con la Regione Puglia.
Sono questi giorni di protesta per i venditori ambulanti, guidati da Donato Gala -presidente CasAmbulanti Puglia- e affiancati dal consigliere comunale e avvocato Giuseppe Santoruvo, che anche oggi sono scesi in piazza per chiedere aiuto e di poter ricominciare a lavorare.
Alcuni di loro, questa mattina, sono impegnati in un incontro online con esponenti della Regione Puglia per discutere delle misure di ristoro, altri sono nuovamente davanti a Palazzo Gentile e fortunatamente una loro delegazione è stata accolta dal sindaco Michele Abbaticchio.
“All’amministrazione comunale chiediamo di continuare a fornire un supporto economico e psicologico per la nostra categoria. Ci sono famiglie al lastrico -ha dichiarato a tal proposito ai taccuini del Da Bitonto il presidente di CasAmbulanti Puglia– e la cui situazione è nota ai servizi sociali, che già si sono resi disponibili a dare delle risposte”.
“Chiediamo anche di prendere un provvedimento in deroga al decreto del Governo per la zona rossa in modo tale che le categorie con il codice ateco autorizzato, gli alimentari, i florovivaisti e produttori agricoli, possano aprire la loro bancarella nel mercato all’aperto. Altrove è stato possibile”.
Proprio per questo, i venditori ambulanti ieri mattina hanno occupato in segno di protesta, senza quindi essere aperti alla vendita, le loro postazioni mercatali a Bitonto.
“Non è possibile che il Governo permetta l’apertura di mercati al chiuso con determinati codici ateco e chi di noi ne possiede uno uguale non può lavorare all’aperto. La situazione sta diventando troppo pesante, stiamo perdendo merce in cui abbiamo investito e se continueranno a farci restare fermi o non darci risposte, dopo Pasqua ricorreremo alle aperture forzate proprio per necessità economiche”.
Quello che rammarica è che “I pseudo ristori che il Governo ha messo a disposizione non coprono neanche il 20% della categoria”. A differenza del decreto Ristori e del Decreto Ristori bis, il decreto Sostegni sgancia la procedura dai codici ATECO e dà a tutti la possibilità di richiedere l’indennizzo, ma non basta. Questo perché il requisito per rientrare tra gli aventi diritto – imprese e titolari di partita Iva – è quella di dimostrare un fatturato non superiore a 10 milioni di euro e perdite almeno del 30% di fatturato medio mensile nel 2020 rispetto al 2019. A questa cifra, va poi applicata una percentuale dal 20 al 60 per cento in base alla fascia di fatturato di appartenenza. Ed è proprio in questo il problema, “l’esiguità degli aiuti”.
Come se non bastasse “la percentuale sugli incassi per chiedere indennizzi non è la stessa a livello regionale dove sale addirittura al 50% di fatturato medio mensile nel 2020 rispetto al 2019 tagliando fuori l’80% della nostra categoria”. Questa mattina, proprio per questo, alcuni rappresentanti di CasAmbulanti sono in videoconferenza con la Regione Puglia.
Sono questi giorni di protesta per i venditori ambulanti, guidati da Donato Gala -presidente CasAmbulanti Puglia- e affiancati dal consigliere comunale e avvocato Giuseppe Santoruvo, che anche oggi sono scesi in piazza per chiedere aiuto e di poter ricominciare a lavorare.
Alcuni di loro, questa mattina, sono impegnati in un incontro online con esponenti della Regione Puglia per discutere delle misure di ristoro, altri sono nuovamente davanti a Palazzo Gentile e fortunatamente una loro delegazione è stata accolta dal sindaco Michele Abbaticchio.
“All’amministrazione comunale chiediamo di continuare a fornire un supporto economico e psicologico per la nostra categoria. Ci sono famiglie al lastrico -ha dichiarato a tal proposito ai taccuini del Da Bitonto il presidente di CasAmbulanti Puglia– e la cui situazione è nota ai servizi sociali, che già si sono resi disponibili a dare delle risposte”.
“Chiediamo anche di prendere un provvedimento in deroga al decreto del Governo per la zona rossa in modo tale che le categorie con il codice ateco autorizzato, gli alimentari, i florovivaisti e produttori agricoli, possano aprire la loro bancarella nel mercato all’aperto. Altrove è stato possibile”.
Proprio per questo, i venditori ambulanti ieri mattina hanno occupato in segno di protesta, senza quindi essere aperti alla vendita, le loro postazioni mercatali a Bitonto.
“Non è possibile che il Governo permetta l’apertura di mercati al chiuso con determinati codici ateco e chi di noi ne possiede uno uguale non può lavorare all’aperto. La situazione sta diventando troppo pesante, stiamo perdendo merce in cui abbiamo investito e se continueranno a farci restare fermi o non darci risposte, dopo Pasqua ricorreremo alle aperture forzate proprio per necessità economiche”.
Quello che rammarica è che “I pseudo ristori che il Governo ha messo a disposizione non coprono neanche il 20% della categoria”. A differenza del decreto Ristori e del Decreto Ristori bis, il decreto Sostegni sgancia la procedura dai codici ATECO e dà a tutti la possibilità di richiedere l’indennizzo, ma non basta. Questo perché il requisito per rientrare tra gli aventi diritto – imprese e titolari di partita Iva – è quella di dimostrare un fatturato non superiore a 10 milioni di euro e perdite almeno del 30% di fatturato medio mensile nel 2020 rispetto al 2019. A questa cifra, va poi applicata una percentuale dal 20 al 60 per cento in base alla fascia di fatturato di appartenenza. Ed è proprio in questo il problema, “l’esiguità degli aiuti”.
Come se non bastasse “la percentuale sugli incassi per chiedere indennizzi non è la stessa a livello regionale dove sale addirittura al 50% di fatturato medio mensile nel 2020 rispetto al 2019 tagliando fuori l’80% della nostra categoria”. Questa mattina, proprio per questo, alcuni rappresentanti di CasAmbulanti sono in videoconferenza con la Regione Puglia.