L’obiettivo, al di là di ogni legittimo punto di vista, è nobile, importante e affascinante. Dare alla città di Bitonto il primo progetto Antimafia sociale della sua storia che abbia il sapore di gioventù, la mano e il vivo, presente contributo dei giovani, di chi rappresenterà il domani della città dell’olio e del sollievo, e che sappia parlare il loro linguaggio.
E a ribadirlo, se mai ce ne fosse stato davvero bisogno, è stato ieri il sindaco Michele Abbaticchio, che ha presenziato ai risultati della prima fase del progetto suddetto, e lanciato dall’Amministrazione comunale a fine 2017 con il coinvolgimento attivo di tutte le scuole superiori del territorio (clicca qui per articolo https://bit.ly/2DdvBu9). E con lui, nell’Aula magna dell’Istituto di istruzione secondaria superiore “Volta-De Gemmis” – dal 2008 è Polo della legalità – c’erano il dirigente scolastico Giovanna Palmulli, Rosalia Modugno, docente che ha curato – fondamentale il ruolo anche di Annamaria Facchini, Vito Loconsole e Augusto Minerva – tutte le procedure che c’erano da fare in questo primo step, i ragazzi che hanno partecipato (20 delle classi del Triennio delle scuole superiori della città) a questa sperimentazione e Start Up.
La prima fase è stata un’indagine conoscitiva tra gli studenti delle scuole aderenti alla Rete sulla percezione della legalità per l’individuazione di specifici bisogni educativi. Il questionario è stato somministrato a un campione di 133 ragazze e 161 ragazzi, di età compresa tra 15 e 19 anni, residenti a Bitonto e non solo.
Dalle domande sono emerse alcune situazioni interessanti, vale a dire un senso di insicurezza abbastanza diffuso percepito dagli intervistati, donne soprattutto, sia in città ma anche nei paesi dell’hinterland, la necessità di avere strutture sportive e giardini pubblici da poter frequentare durante il tempo libero, e il ritenere prioritario un controllo più capillare e presente del territorio.
E non è tutto, perché alcuni studenti sono stati protagonisti attivi di un prodotto audio-video girato a scuola, nel quale sono documentati momenti di confronto e dialogo tra i ragazzi e il sindaco sui temi delle dipendenze e delle devianze giovanili, “e nel quale è emerso – ha evidenziato il primo cittadino – che i ragazzi hanno insistito sugli effetti negativi che hanno le droghe e il loro uso, e su un diffuso senso di noia”.
Il progetto Antimafia sociale non si ferma al primo step e andrà incontro ad altri due passaggi chiave, affinché tutto si possa concludere entro l’inizio del prossimo anno scolastico.
La seconda fase si pone le volontà di elaborazione del Piano in raccordo con l’Amministrazione comunale, sentite le associazioni, gli enti del terzo settore, le parrocchie, i comitati di quartiere, l’osservatorio comunale per la legalità, le consulte e le pubbliche autorità locali, e attraverso tre forum tematici per raccogliere idee, proposte dal basso, nonché progetti pilota.
Nell’ultimo passaggio, infine, sono previste registrazioni di tutti i forum previsti e delle videointerviste elaborate, montaggio, produzione e post produzione del docufilm, elaborazione del Piano definitivo da avviare dal prossimo settembre.