«Chi fa uso di droga aiuta la mafia. Cercate di riprendervi la vostra città, il vostro quartiere. Non chiudetevi nel silenzio e nell’omertà. Voi siete il futuro, il domani. Siete mio figlio Michele».
È l’appello che, ieri, Pinuccio Fazio ha lanciato a Bitonto ai ragazzi delle classi terze dell’Istituto Comprensivo “Modugno Rutigliano Rogadeo”, nell’ambito del Memorial Day, convegno organizzato dal Sindacato Autonomo di Polizia in tutta Italia, per ricordare le vittime della mafia, del terrorismo e di ogni forma di criminalità. Vittime che annoverano magistrati, poliziotti, giornalisti, gente comune.
«Eroi senza volerlo» li chiama il questore Massimo Gambino, invitando gli alunni a scegliere il rispetto degli altri e di sé stessi a partire dalle azioni più banali: «Se sfrecciate contromano in bici o in motorino senza casco, non avete rispetto di voi stessi e degli altri».
Concetto ribadito anche da Filippo Portoghese, dirigente della Squadra Mobile di Bari: «Si può essere eroi anche facendo piccoli gesti, aiutando i compagni, rispettando gli altri e voi stessi. La droga è il primo mercato della criminalità. Comprare anche una sola dose contribuisce a finanziare chi spara e uccide».
«Michele Fazio è una tra le tante vittime innocenti di mafia. In totale 1101, tra cui bambini di appena sei mesi a anziani come Anna Rosa Tarantino, uccisa qui a Bitonto per una guerra tra clan per lo spaccio di droga, principale business della criminalità» prosegue il procuratore aggiunto Francesco Giannella, invitando a fare fronte comune di fronte all’arroganza della criminalità: «La legalità non deve rimanere un concetto astratto. Solo il rispetto della legge permette di avere giustizia. Dobbiamo essere uniti, come lo sono le organizzazioni mafiose. Siamo di più, ma le divisioni tra noi le rendono forti. Non abbassiamo mai la guardia. Smettiamola di pensare solo agli affari nostri».
Un appello a cui si uniscono il sindaco di Bitonto Francesco Paolo Ricci e l’omologo di Bari Vito Leccese: «Bari, come Bitonto, negli anni ‘90 era controllata militarmente dalla criminalità organizzata. Grazie al sussulto e alla coscienza civile che la morte di Michele determinò e grazie alla famiglia Fazio, oggi Bari è una città diversa».
«Non cedete alle lusinghe. Siate intransigenti e sappiate che quel mondo dorato che prospetta la criminalità è, in realtà, coperto di piombo. Quel piombo che ha ucciso Michele Fazio e Anna Rosa Tarantino» esorta Antonio Fiore, del Sindacato Autonomo di Polizia di Bari, insieme al segretario regionale del Sap Francesco Pulli.