Il caso dell’omicidio di Antonella Lopez a Molfetta si intreccia con Bitonto, dopo la confessione di Michele Lavopa, 21 anni, accusato di omicidio e tentato omicidio. Lavopa ha dichiarato di aver nascosto l’arma del delitto, una pistola calibro 7,65, nelle campagne di Bitonto, subito dopo la sparatoria avvenuta nel lido disco-bar Bahia, sul litorale di Molfetta, nella notte tra sabato e domenica. La pistola, utilizzata per uccidere Lopez e ferire altri quattro giovani, tra cui Eugenio Palermiti e Davide Rana, resta però ancora introvabile nonostante le ricerche delle forze dell’ordine.
La dinamica dei fatti
Secondo le indagini, il gruppo di Lavopa era arrivato al lido Bahia intorno alle 2:30 del mattino. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso il suo ingresso, insieme alla fidanzata e ad alcuni amici, nonostante il divieto imposto dai vigilantes all’ingresso. Con un atteggiamento spavaldo, il gruppo ha ignorato gli avvertimenti, e da lì ha preso piede una discussione accesa tra Lavopa e il gruppo capeggiato da Eugenio Palermiti, figlio di un noto pregiudicato barese.
La lite, inizialmente verbale, è degenerata in violenza. Le immagini di videosorveglianza mostrano un parapiglia generale sulla pista da ballo, con alcuni giovani che cercavano di fuggire dalla zona. Secondo la versione di Lavopa, la situazione è precipitata quando Palermiti avrebbe tentato di estrarre un’arma, spingendolo a reagire sparando diversi colpi con la sua pistola. Lavopa, che aveva portato l’arma con sé “per difendersi da eventuali aggressioni, come spesso accade ormai nei locali notturni baresi”, come dichiarato agli inquirenti, ha aperto il fuoco, colpendo a morte Antonella Lopez e ferendo gravemente i suoi amici.
La fuga e il tentativo di nascondere l’arma
Dopo la sparatoria, Lavopa è fuggito dal locale a piedi, insieme ad alcune ragazze della sua comitiva, dirigendosi verso il quartiere San Paolo di Bari. A quel punto, in preda al panico, ha deciso di allontanarsi ulteriormente dalla scena del crimine. Accompagnato da due amici, si è recato nell’agro di Bitonto, dove ha nascosto la pistola calibro 7,65 che aveva utilizzato poco prima. Le ricerche condotte dalle forze dell’ordine nell’area non hanno ancora dato esito positivo.
Le indagini proseguono
Il fermo di Michele Lavopa è stato disposto sulla base delle sue stesse dichiarazioni e delle immagini acquisite dalle telecamere di videosorveglianza. Dopo la sparatoria, i carabinieri sono giunti sul posto e hanno trovato il corpo senza vita di Antonella Lopez, steso al suolo nella zona del bar rialzata rispetto alla pista da ballo, mentre il personale sanitario tentava invano di rianimarla. Accanto al corpo sono stati rinvenuti numerosi bossoli e un’ogiva deformata, che suggerisce la violenza e la rapidità con cui sono stati esplosi i colpi.
Nel frattempo, Lavopa, dopo essere rientrato al quartiere San Paolo per disfarsi degli indumenti indossati durante la sparatoria, si è presentato spontaneamente dai carabinieri, su suggerimento dalla madre. Durante l’interrogatorio condotto dal pm Federico Perrone Capano della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda), ha ammesso di aver sparato, ma ha affermato di aver agito per difesa personale, sostenendo che Palermiti fosse armato e pronto a colpirlo.