C’era solo quel piccolo guanto arancione, fatto di lana, di quelli senza le dita.
E il cappotto, nero, largo, piccolino, accartocciato come una foglia d’autunno.
Rimase solo quello di Anna Rosa su Porta Robustina.
Rimasero solo quei due piccoli oggetti, mentre tutta la città continuava a correre, la gente continuava a fare la spesa, mentre in via Le Marteri si cercava di lavare via l’enorme pozza di sangue dove aveva finito la sua vita quell’innocente 84enne.
“Stava bene la zia, non prendeva nemmeno una medicina”, ricordano i nipoti.
Poteva vivere cent’anni. Perché nella sua vita aveva solo fatto tanto bene.
Aveva cucito per tutti, per quei bimbi – che lei non aveva mai avuto la gioia di partorire – che passavano sotto casa, scoperti in pieno inverno.
In quelle sue mattinate a messa, al Monastero delle Vergini, rientrando aveva anche più volte detto a qualche mamma di prestare attenzione alle attività dei figli, preoccupata per la loro vita.
Immaginate cosa è stato per lei, da lassù, vedere tutti quei ragazzi che il 20 dicembre hanno sfilato per ricordarla?
Li avrà abbracciati, uno per uno.
E noi vorremmo moltiplicare questi abbracci, vorremmo tenerla con noi zia Annetta.
Perché solo lei può tenerci la mano.
Ha ragione chi dice che le ramanzine servono a poco, che mettersi sui piedistallo non serve.
Serve cucire caldi capelli, sciarpe, abbracci, insegnare che c’è un’altra vita rispetto all’unica che vi hanno proposto, che c’è la bellezza.
Che quelle strade in cui fate da pali si respira la storia di una città, quelle pietre tagliate a Porta Baresana dove nascondete la droga, raccontano di battaglie, lacrime e gioie di una comunità.
Che potrebbe crescere anche al vostro aiuto, al vostro lavoro onesto.
Ed è chiaro che al giorno d’oggi non c’è chi paga gli stipendi normali, figuriamoci straordinari, notturni e festivi a cui siete abituati voi… Ma il sapore della libertà e della vita, è impagabile.
Questo vorrebbe la zia Rosa oggi. Che si possa cucire la bellezza del perdono, costruire la fiducia nel domani, la possibilità del cambiamento.
Oggi alle 17.30 a porta Robustina speriamo solo di essere in tanti.
Dobbiamo chiedere scusa tutti.
Per tutte le volte che ci voltiamo e non seminiamo amore.