Da
un lato una denuncia per condotta antisindacale contro l’Azienda
sanitaria locale. Dall’altro una causa al Tribunale del lavoro e
un’altra penale.
A tre giorni dall’incontro con il presidente della Regione nonché
assessore alla Sanità Michele Emiliano, Francesco Papappicco e
Francesca Mangiatordi, i due medici/sindacalisti che da oltre un mese
protestano con catene alle mani e bavaglio alla bocca, starebbero
pensando già alle prossime mosse(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/medico-bitontino-incatenato-e-collega-il-presidente-emiliano-non-ci-ha-dato-risposte-adeguate/7233.htm).
Già,
perché la loro battaglia – la Asl ha aperto un procedimento nei
loro confronti per presunto
discredito sulle strutture dalle quali dipendono e generico danno di
immagine – non si fermerà affatto.
Le
loro accuse avrebbero già causato un piccolo terremoto: le
dimissioni del direttore del 118 Antonio Dibello, la denuncia Usppi
sull’incompatibilità del presidente dell’ufficio Procedimenti
disciplinari, Antonio Delvino, la violazione della privacy e altre
contestazioni contro la dott.ssa Anna Maria Quaranta dell’ufficio
Personale.
Dalle ultime
indiscrezioni, pare che il medico bitontino in servizio a Gravina e
la collega di Altamura vorrebbero muoversi su tre fronti.
Avviare,
innanzitutto – e lo dovrebbe fare l’Unione sindacati professionisti
del pubblico e privato impiego (Usppi) – una denuncia di condotta
sindacale contro la Asl rea, secondo il sindacato, di voler mettere
a tacere Francesco e Francesca. L’azienda barese, infatti, non solo
non ha messo nel cassetto il procedimento avviato contro i due
medici, ma ha anche inflitto una “censura scritta” a Francesca,
invitandola a non reiterare quanto fatto, e ha stabilito che la
posizione di Francesco “rientra
nell’ambito di una procedura non ben chiara”.
Contemporaneamente,
dovrebbe essere portata avanti anche una causa al Tribunale del
lavoro per le risultanze emerse, e una causa penale che, secondo le
intenzioni dei due medici, potrebbe far emergere il complotto che ci
sarebbe stato nei loro confronti, così come lo stalking, il mobbing
e gli interessi della Asl a intimidirli e zittirli.
Il
bitontino e la collega murgiana, quindi, punterebbero ad archiviare i
procedimenti che li vede coinvolti e l’eventuale ristoro, anche
perché sono convinti di aver già dimostrato l’insussistenza delle
accuse nonché i loro vizi formali.
Francesco
Papappicco e Francesco Mangiatordi si aspettavano una risposta dalla
politica, ma finora – Movimento 5 stelle a parte – tutti hanno
fatto poco. Michele Emiliano, ieri l’altro, ha consigliato loro di
difendersi nelle sedi opportune.
Il
direttore generale della Asl di Bari, Vito Montanaro, si era
impegnato personalmente a risolvere la loro questione entro il 31
agosto
(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/risolviamo-tutto-entro-agosto-medico-bitontino-e-collega-fermano-nuova-protesta/6943.htm).
In
occasione, però, del sit-in del 22 settembre davanti alla sede del
Consiglio regionale, ha affermato che «in
base alle regole vigenti, da direttore generale non ho alcun potere
di intervento perché formalmente sono processi che la stessa legge e
contrattazione collettiva pongono in capo a organi terzi al fine di
garantire l’imparzialità del giudizio».
Voglio
rimarcare che i procedimenti disciplinari sono stati attivati nel
rispetto delle procedure previste dalla legge e dalla contrattazione
collettiva».
E
ha aggiunto, infine, che «ai
medici sono state sempre garantite tutte le forme di garanzie e di
diritto al contraddittorio. Sollevare ipotesi di irregolarità e
disfunzioni nella gestione del 118 e del Pronto Soccorso di Altamura
diventa atto intimidatorio nei confronti di chi cerca come me solo il
rispetto delle regole e danneggia il lavoro che quotidianamente tutti
gli altri operatori sanitari svolgono nel rispetto dei propri
compiti, diritti e doveri».
La
vicenda, allora, sembra essere davvero soltanto agli inizi…