Solo il 25% degli studenti delle scuole superiori di Bitonto hanno deciso ieri di entrare in aula. Un segno di protesta per i doppi turni imposti dalla Prefettura di Bari, previsti alle 8 e alle 9.40.
“Il problema di cui ci stiamo occupando adesso non è un problema nuovo, perché esattamente nello stesso periodo del 2020 (tra settembre e ottobre) abbiamo riscontrato un eccessivo carico di studenti sui mezzi di trasporto – ha spiegato ad Agi il dirigente dell’ITES Vitale Giordano, Francesco Lovascio -. Ci sono lettere inviate da questo istituto alle aziende dei trasporti locali in cui si metteva in evidenza la necessità di potenziare i trasporti. Adesso siamo a settembre 2021 e nulla è cambiato, non so come faremo ad andare avanti”.
Ad essere penalizzati, secondo il dirigente, sono soprattutto gli studenti: “Quando i ragazzi usciranno alla sesta ora, per tre volte a settimana, noi saremo costretti (a seconda della riduzione oraria che dovremo obbligatoriamente applicare) a fare uscire gli studenti in una fascia oraria tra le 14.45 e le 15.40 – ha spiegato Lovascio -. A questi tempi si deve aggiungere per i pendolari il tempo del viaggio, quindi è molto ragionevole che una buona parte dei nostri allievi arriverà a casa alle 16”.
Ancora più complicata la situazione per i ragazzi diversamente abili “che non potranno entrare alle 8, almeno fin quando il servizio di trasporto pubblico che li accompagna non entrerà in funzione mettendo, quindi, in difficoltà le famiglie”.
A ciò si aggiungono le difficoltà legate al personale sia docente che Ata: “Noi non abbiamo avuto mai la necessità di avere il personale a lavoro fino alle 15 – spiega il preside -, si tratta di una situazione che non si è mai verificata da quando questa scuola esiste. Ciò sta accadendo perché qualcun altro avrebbe dovuto risolvere un problema che è stato scaricato sistematicamente sulle scuole”.
I dirigenti si aspettavano delle risposte diverse per l’avvio dell’anno scolastico: “Il prefetto aveva già emanato una disposizione di turni scaglionati alle 8 e alle 9.40 a gennaio 2021, per poi ritirarla qualche mese dopo. Io mi auguro – conclude Lovascio – che chi dovrebbe risolvere questi problemi e assumersene le responsabilità, i nostri decisori politici, capiscano che la scuola (che è un diritto) dovrebbe essere messa in condizione di funzionare bene: cioè che siano i servizi pubblici e gli altri servizi a doversi adeguare alla scuola, non il contrario”.