Da una lettrice, sensibile e attenta, riceviamo e pubblichiamo.
“Si sono celebrati il 29 ottobre presso la chiesa del SS. Crocifisso i funerali di Grazia
Ricciardi. E’ venuta a mancare all’età di 88 anni, dopo una vita dedita al lavoro ed alla
famiglia.
Grazia, infatti, è stata tra le prime donne bitontine imprenditrici nel settore alimentare.
Ma la cosa più interessante, come donna e come persona, è la storia precedente
all’inaugurazione delle attività commerciali nostrane. Una storia di sacrificio e accettazione
del rischio ma soprattutto dell’ignoto. Una storia che ad oggi potrebbe essere la trama di un
film.
Verso la fine degli anni ’50, Grazia aveva affrontato un viaggio lunghissimo da migrante
verso l’Australia unitamente a marito e figli.
In quel viaggio la famigliola bitontina aveva riposto speranze e progetti futuri.
Si prospettava una nuova vita, in una terra lontana, con una lingua sconosciuta, l’inglese, e
luoghi e cultura tutta da scoprire. Ricominciare da zero per avere l’occasione di imparare,
migliorare e poi chissà, realizzare il sogno di tornare a Bitonto con tutto l’incredibile bagaglio
esperienziale acquisito. In tempi in cui non esisteva internet, né gli aerei low cost ed era
tutto più difficile e meno confortevole.
Dopo un viaggio di oltre un mese su una nave di migliaia di tonnellate e centinaia di persone
a bordo che condividevano le stesse prospettive, la famigliola ha raggiunto Sydney,
circumnavigando l’Africa e poi l’Oceano Indiano.
Grazia ce l’aveva fatta. Aveva superato i propri limiti, si era avventurata in questa nuova
esperienza che l’avrebbe forgiata per sempre come persona e come donna lavoratrice,
moglie e madre.
Anni dopo, inaugurerà a Bitonto unitamente al suo amato marito la macelleria Robles in via
Matteotti. Erano gli anni ’70. Di lì, l’avvio di svariate attività commerciali di famiglia nel campo
della ristorazione nelle quali, cresceva figli e nipoti, secondo il principio che la dedizione al
lavoro nell’azienda di famiglia si traduce in rispetto del cliente e sicurezza del prodotto
alimentare.
Ad 88 anni era ancora lì che si affaccendava nelle cucine dell’attività di famiglia e, guai ad
invitarla a riposarsi! Grazia non sapeva stare con le mani in mano.
Questa meravigliosa concezione affettiva del lavoro-familiare è stata da lei tramandata a
figli e nipoti, ai quali non mancava mai di ripetere che lavorare in cucina nell’azienda di
famiglia è un atto di amore verso i propri cari e verso il prossimo.
Molti la ricorderanno come la nonna dello storico fast food bitontino Spazio Pizza dove era
solita sedersi all’ingresso la sera avvolta nei suoi vestiti a fiorellini e con la collanina regalata
dal marito alla quale era affezionatissima.
Grazia era l’angelo del locale e non mancava mai di dispensare una buona parola per grandi
e piccini che stravedevano per lei e riconoscevano in lei un importante esempio di
caparbietà femminile e coraggio senza mai perdere di vista l’affetto per i propri cari e
l’entusiasmo per la vita”.