«Dobbiamo
fare chiarezza con le regole vigenti nel centro storico, trovare il giusto equilibrio tra residenti ed attività
commerciali, mediando tra diritti e doveri».
Con queste parole l’assessore al Marketing Territoriale,Rino Mangini, ha aperto l’incontro
tra esercenti del centro storico e Forze dell’Ordine.
«Siamo
qui per fare un richiamo al senso civico – è intervenuta il
vicesindaco Rosa Calò -: la rigenerazione
del centro antico non deve essere fatto solo dalle iniziative, ma anche dalla
sostenibilità di chi vive ed opera. Non si può fare sempre quel che ci pare (“quanta
più moina facciamo, tanta più gente attiriamo”). Dobbiamo escludere la conflittualità, né vedere vicini e garanti della
sicurezza come nemici perché non è vantaggioso per nessuno. Cominciamo a
pensare di diventare piccoli poli d’eccellenza per la differenziata, una bici
pubblica per ciascun esercizio commerciale: dobbiamo affrontare buone prassi in
un cammino comune».
I dettagli sono stati spiegati dal comandante Gaetano Paciullo: «Siete tenuti a comunicare i vostri eventi al commissariato (e non al sindaco) entro 48 ore dall’evento
e dovete comunicare la Segnalazione
Certificata di Inizio Attività (SCIA). Non voglio più sentire lamentele per
locali che non rispettano l’ordinanza, altrimenti partiranno le sanzioni. È sancito,
poi, dalla Legge che gli esercenti devono far assumere ai ragazzi che si
intrattengono un comportamento ortodosso».
L’ordinanza, infatti, parla chiarissimo: «Sono state regolamentate le attività
musicali all’aperto nel corso di eventi al pubblico nel Centro Urbano e nelle
Frazioni, con le limitazioni sia per le
emissioni sonore non superiori a 80 db sia negli orari di chiusura: non oltre le ore 24,00 nelle giornate di
Venerdì e Sabato, delle ore 23,30
nelle giornate festive e alle ore 23,00 dal lunedì al giovedì».
Per le serate, invece, di “Not(t)e di Musica” – “tesa a promuovere progetti di
valorizzazione e di qualificazione della rete commerciale insistente sul
territorio comunale” – in deroga
alle disposizioni sopra citate “si autorizza ad effettuare le programmate
manifestazioni sino alle ore 01,00”.
È intervenuto, poi, l’irriducibile Gino Ancona: «Il nostro
centro storico è sempre stato abitato, ad un certo punto si è inventata una
giostra e di tutta questa storia
indico quale responsabile l’amministrazione. Si sta solo speculando sul centro
storico, mettendo tutti in difficoltà, persino chi ha investito. Il consumo di
alcool e droghe è veramente alto e la gente che ci abita non è disposta ad
essere quasi “cacciata” per chi non ha nulla da fare. Questi scenari, come
quelli precedenti, sono destinati a spostarsi e scomparire».
«I
decibel alti – aggiunge ancora feroce – ledono anche le strutture fisiche: se
vogliamo parlare di turismo culturale e non di turismo di massa, dobbiamo
rispettare il luogo che racconta la nostra storia».
Un consiglio, quasi paterno, arriva in chiusura da uno
storico esercente del centro antico: «I
clienti vanno educati. Vendere due birre in più, stare aperti fino a tardi,
invece di anticipare di mezz’ora la chiusura non vi cambierà la vita, ma
aiuterà sicuramente la convivenza civile con tutti: il vicinato capirà che
state anche dalla loro parte e le forze dell’ordine non vi vedranno più come i
rompiscatole della situazione».
Diciamocelo: governare un fenomeno come la cosiddetta “movida” è una bella gatta da pelare. Rispettare
le regole, dunque, può solo aiutare.