Il presidente della Corte d’Appello di Lecce, Domenico Toni, ha rinviato all’8 luglio 2024 l’udienza a carico degli imputati Anna Agostinacchio, Vincenzo Paolo Bagnato e Leonardo Campa. I tre sono ritenuti responsabili, a vario titolo, della morte dell’operaio 58enne di Bitonto, Francesco Panzarino, avvenuta il 24 agosto del 2015 nel corso dei lavori di riconversione della scuola elementare di via Leonardo da Vinci di Castrignano del Capo, a museo civico del corallo bianco. Dall’aula della Sezione unica penale, il presidente ha disposto l’acquisizione, entro il 24 giugno 2024, a cura dello Spesal, della documentazione relativa alla pratica riguardante i lavori di riqualificazione e valorizzazione del sistema museale, poiché “in atti sono presenti solo stralci della documentazione relativa alla pratica riguardante i lavori e che tali stralci sono relativi in parte al progetto 2012 e in parte al progetto rideterminato 2014”, si legge nella sentenza. Il presidente ha ritenuto necessaria “l’acquisizione integrale di tutta la pratica relativa ai lavori, compresi sia gli atti amministrativi, sia gli elaborati e le tavole progettuali, tanto riferibili al Progetto 2012, quanto al Progetto 2014 e, inoltre, gli atti successivi riferibili ai medesimi lavori sino alla data del 28 agosto 2015”, data del decesso di Panzarino.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti quella mattina di nove anni fa, mentre era a lavoro, il 58enne fu travolto da un muro divisorio e due solai dello stabile di via Leonardo da Vinci, dove stava eseguendo alcuni lavori di ristrutturazione per riconvertire un ex istituto scolastico, in un museo. Immediato l’arrivo di vigili del fuoco, per estrarre il corpo, ormai senza vita, dalle macerie.
Il pubblico ministero Massimiliano Carducci iscrisse nel registro degli indagati Agostinacchio, titolare dell’azienda Arc costruzioni di Palombaio (frazione di Bitonto) e cognata dell’operaio, perché non avrebbe fornito i giusti sostegni agli operai, il direttore delle opere e coordinatore della sicurezza, Bagnato, e il responsabile unico del procedimento per conto del Comune, Campa, per omessa vigilanza.
Dall’inchiesta era emerso che gli operai stavano lavorando su un muro portante che non era stato segnalato, né puntellato secondo le norme di sicurezza vigenti.
A distanza di cinque anni arrivò la sentenza in primo grado dal Gip di Lecce, Maddalena Torelli: Agostinacchio e Bagnato furono condannati a un anno e quattro mesi di reclusione, mentre Campa a due.
Ai famigliari di Panzarino, difesi dal legale Michele Pasculli, il tribunale ha liquidato una provvisionale in favore delle parti civili – 150 mila euro, in tutto, per moglie e figli, e 30 mila per i fratelli –: “Al momento non solo non c’è giustizia per mio marito – ha detto la moglie Carla – ma non abbiamo nemmeno incassato un centesimo. Oltre al danno, anche la beffa. Ci auguriamo che questo strazio, questa mancanza di rispetto, finisca quanto prima”.