A una situazione per nulla rosea, ecco aggiungersi altre problematiche per nulla secondarie.
La crisi del Maria Cristina di Savoia è sotto gli occhi di tutti. Se ne parla da anni. Dipendenti non pagati, struttura da valorizzare, alcuni servizi promessi e mai partiti, silenzio assordante delle istituzioni, e pure l’assenza di un presidente dopo le dimissioni di Vito Masciale.
E ieri mattina, in un Consiglio comunale dove non si è deciso nulla, l’Azienda servizi alla persona ha (ri)fatto capolino con un intervento di Emanuele Sannicandro, il candidato sindaco del Centrosinistra alle ultime elezioni.
Via 16 dipendenti. Ne resta solo uno… L’ex consigliere regionale ha portato all’attenzione dell’assise la determina del Consiglio di amministrazione dell’azienda datata 4 gennaio, e di cui tutti erano all’oscuro. E con la quale “dopo ampia discussione”, è stato approvato il programma del fabbisogno per il triennio 2017-2019, e la rideterminazione della dotazione organica rilevando le eccedenze.
Le decisioni sono presto dette. Non ci sarà alcuna assunzione né quest’anno, né l’anno prossimo, e così come è stato nel 2017. Ma soprattutto questo: “rideterminare la dotazione organica dell’Asp, specificando che, in considerazione del volume di attività, è limitato a 1 unità di personale dell’area amministrativa, risultando eccedente le altre 16, e con la ulteriore precisazione che la ridotta dotazione organica è suscettibile di modifica”.
Significa, quindi, che quasi la totalità dei dipendenti sarà mandata via. Accadrà – come ha illustrato il segretario generale Salvatore Bonasia – che il Maria Cristina di Savoia ha tempo 90 giorni per cercare di collocare questo personale eccedente in altri Enti. Se non dovesse riuscirci, li deve mettere in disponibilità andando a riempire gli appositi elenchi regionali, con la certezza di avere assoluta precedenza in caso di assunzione da parte della Pubblica Amministrazione.
La lettera al veleno di “Costruiamo insieme”. Come se non bastasse, a mettere ulteriore benzina sul fuoco, c’è anche una lettera di un dirigente della cooperativa “Costruiamo insieme” – quella, per intenderci, che gestisce i migranti presenti nell’Asp – in cui si annuncia (e si spiega) l’interruzione di ogni rapporto con l’attuale amministrazione comunale per salvare le sorti della storica struttura.
Perché? Tutto nasce con il bando della Prefettura per l’affidamento dei servizi di accoglienza dei migranti per la quota di Bitonto. A rispondere sono, appunto, la cooperativa “Costruiamo insieme” e il consorzio “Misericordia” di Firenze.
“Ciò che ha ingenerato stupore – recita la missiva – è stata la presenza, seppur indiretta, del sindaco Abbaticchio, fino ad allora un nostro interlocutore privilegiato. Quello che in questa vicenda fa riflettere è che il soggetto alternativo, in collaborazione con la sezione di Bitonto, abbia formulato una proposta che contiene elementi sostanziali riconducibili a familiari del sindaco, che vanno dalla proprietà della struttura a ruoli nella eventuale gestione del Centro di accoglienza degli stranieri (Cas)”.
Nulla di penale – sottolinea subito lo scritto – ma che rimanderebbe ad alcune riflessioni sul piano dell’etica politica.
Seguono, poi, una serie di motivazioni per le quali sarebbe poco opportuno – sempre secondo la cooperativa “Costruiamo insieme” – che il Servizio fosse assegnato alla “Misericordia”, che porterebbe i migranti all’estrema periferia della città.
E quindi una serie di critiche al primo cittadino bitontino, e un lungo elenco di azioni compiute dalla cooperativa nell’esclusivo interesse del Maria Cristina di Savoia. E la convinzione che “non è la nostra mano che sta staccando la spina”.
“Dal Comune cosa si sta facendo”? Sannicandro, quindi, si è chiesto quale sia la volontà dell’amministrazione comunale nei confronti dell’Asp, anche in riferimento al Consiglio comunale monotematico svolto sulla questione qualche mese fa, tornando a chiedere le dimissioni dell’intero Consiglio di amministrazione in modo tale da poter commissariare la struttura, e sollecitando risposte che dal sindaco Michele Abbaticchio tarderebbero ad arrivare. E poi ha aggiunto: “I nove ragazzi che lì svolgono il Servizio civile che cosa fanno precisamente se tutta l’attività è ferma? E che ne sarà di loro?”
“Effettivamente – è stata la risposta dell’assessore ai Servizi sociali, Gaetano De Palma – non eravamo a conoscenza della determina del 4 gennaio. Stiamo cercando, anche con l’aiuto e volontà della Regione, di piazzare qualche dipendente in altri Enti, e c’è anche una Commissione comunale ad hoc che si sta occupando della vicenda. Su un suo rilancio, invece, non ci sono sostanziali novità, e stiamo attendendo anche proposte di enti privati che si faccia carico anche dei debiti”.