È il 29 gennaio 2017. Un’altra iniziativa
di Fare Verde ha inorgoglito la città
di Bitonto: la pulizia delle spiagge allorquando non servono ai bagnanti. Una
trentina di volontari e ausiliari per la sicurezza stradale e sociale, sia
bitontini che baresi, hanno presenziato per più di due ore alla operazione
cosiddetta“Mare d’inverno 2017”, patrocinata
dal Comune di Bari, dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dalla Commissione
Europea, svoltasi sul litorale di Torre a Mare, in Via Dei Trulli, al precipuo
fine di riportare al centro dell’attenzione collettiva la necessità di ridurre
i rifiuti e di riciclarli il più possibile.
Il termine
“rifiuto”, nell’opinione comune, ha un’accezione negativa, riferendosi a ciò
che residua da un processo di produzione, trasformazione o semplice
utilizzazione di un bene e che, non rivestendo più per il soggetto alcuna
utilità, è “rifiutato”, ovverosia dismesso dal titolare.
Orbene, il principio di matrice comunitaria dello sviluppo sostenibile ha
aperto il varco a una cultura ambientale
del “limite”, consapevole cioè della finitezza delle risorse naturali e
attenta, responsabilmente, a contenerne gli sprechi e i consumi eccessivi o non
necessari(Manuale di diritto civile dell’ambiente, Edizioni Scientifiche
Italiane, 2014). In questa prospettiva, l’Associazione Fare Verdeda oltre vent’anni realizza anche campagne di sensibilizzazione
sulle problematiche della gestione dei rifiuti e della bonifica dei siti
inquinati.
A fine mattinata, pulite le spiagge, i
volontari hanno fatto il censimento dei rifiuti più invadenti; i dati devono
essere utilizzati per sensibilizzare il Parlamento italiano
sulla necessità di attuare una politica per la riduzione a monte dei rifiuti.
Già nelle scorse edizioni del “Mare d’inverno”,Fare Verde ha scoperto il flagello dei “bastoncini cotonati” usati
che invadevano le spiagge italiane ed ha ottenuto una legge che ne prevede la
commercializzazione solo se biodegradabili. Questa volta, come risultatosi è
ottenutala raccolta di venti sacconi di cui diciannove per la plastica e uno
per il vetro, mentre tra gli oggetti particolari rinvenuti si sono distinte le
siringhe per insulina e variegati contenitori con etichette straniere.