«Avrei
voluto solo una telefonata. Una telefonata in cui mi dicevano “Giuseppe, stiamo
riproponendo “La Corte dell’Olio””,
niente di più. Invece nulla, l’ho saputo (come tutti?) freddamente su Facebook
con un evento, messo lì, ieri sera».
Si sfoga così ai nostri taccuini Giuseppe Cariello, specializzato in Beni Culturali Eno –
Gastronomici, dopo aver visto che questa sera si replicherà “La corte dell’Olio”:
la manifestazione nasce del 2012 con “Natale
a Bitonto”, proposta dall’assessorato all’Agricoltura ed organizzata
attivamente da Cariello, Giuseppe
Cannito, Associazione Sole, con
la parte grafica di Alessandro Robles.
«La
manifestazione si svolse in un momento stagionale perfetto per degustare l’oro
della nostra terra tra le Corti (giugno c’entra ben poco con la nostra stagione
di olivicoltura!) le piazze del centro storico, in un momento storico in cui
non c’era ancora tutto questo movimento. Furono coinvolti i forni, le aziende
bitontine che producono olio, sottoli, e persino i vicini di casa ci diedero
una mano a pulire decine di chili di fave fresche».
«Era
tutto gratuito per chi passeggiava nel centro storico e le attività coinvolte
grazie al nostro contributo riuscirono a farsi conoscere, riuscirono ad avere
un ritorno economico fondamentale per il momento storico che viviamo. Le
attestazioni di stima delle persone che scrivevano, ci ringraziavano e che
erano felici per come avevano trovato la città (leggi qui sulla bacheca dell’evento
del 2012: https://www.facebook.com/events/119550864874209/)».
Il
progetto depositato in comune dai due Giuseppe era ben più ampio e non fu
attuato del tutto: «Prevedevamo degli eventi per i bambini assieme a nonni,
genitori e zii, convegni e degli accordi con le attività commerciali per menù “turistici”
che valorizzassero i nostri prodotti. Non sono forse le stesse cose che
verranno scimmiottate questa sera?».
Non le manda a dire nemmeno Giuseppe Cannito: «Quest’amministrazione è brava soltanto a scopiazzare dal passato. Non ha un minimo di rispetto per chi ha la paternità intellettuale ed
operativa, per chi ha preso contatti, ha realizzato le mappe, messo su qualcosa
di davvero grande che avevamo già pensato di replicare ad ottobre».
E poi Cariello conclude: «Potevano benissimo cambiarne il nome. Perché non hanno usato “La corte
dell’Olio II edizione” ma solo “La corte dell’Olio”? Devo pensare che pensano di
attrarre lo stesso target di ben tre anni fa?. Non sappiamo più che pensare:
siamo soltanto molto rammaricati. Il nostro lavoro, le nostre notti in bianco,
sono state dimenticate, messe da parte. Buon “Parco delle arti”, dunque, con la
speranza che la città, ad ogni modo, possa goderne».