Siamo francamente alla frutta.
Per l’ennesima volta in pochi mesi, ieri sera, un centinaio di cittadini ha chiesto a gran voce lavoro ed assistenza da parte dell’amministrazione comunale.
Diciamocela tutta, senza infingimenti: salvo sporadiche eccezioni, come in molti casi precedenti, è stata una farsa.
Bisogna vederci bene dentro queste situazioni. Non escludiamo che ci siano storie vere di disperazione assoluta, fra quelle snocciolate nella Sala degli specchi, ieri. Sarebbe grave non aprire gli occhi sui problemi sociali ed economici gravissimi che sta vivendo questa città.
Tuttavia, spesso ci assale il dubbio che possano annidarsi i “professionisti della povertà” fra di loro.
Già, perché tra quei cittadini, in realtà, crediamo che ben pochi fossero quelli che realmente un lavoro lo vanno cercando. O lo hanno cercato nella loro vita.
I veri disadattati, i padri di famiglia, le mamme che non sanno più come riuscire a fare la spesa, i giovani che non hanno più sogni e non sanno cosa sia il futuro, non c’erano.
Perché troppo difficile sarebbe stato coinvolgerli in una partita politica, che di politico ha ben poco.
Un sindaco, un amministratore comunale, di qualsiasi colore e di qualsiasi Comune, pochissimo può fare per i veri poveri e per la gente che davvero cerca lavoro. Risorse zero, possibilità di contributi (a pioggia, anzi a grandinata, ndr) ed assistenza come avveniva fino a qualche anno fa praticamente annullate.
Chi alimenta false speranze, chi surriscalda questo clima, che poi porta ad aggressioni vili alle istituzioni (vedi casi Spina a Bisceglie o Natalicchio a Molfetta) deve sapere che la massa è amorfa, anomica e acritica.
Imprevedibile e incontrollabile.
La politica si combatte con la politica.
E non fomentando un clima di odio che nuoce gravemente alla città.