DEL DOTTOR FRANCO ILLUZZI
Tra le missioni del PNRR (PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA), è prevista la MISSIONE 6 SALUTE i cui investimenti e riforme sono finalizzate a rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio. LA COMPONENTE 1 PREVEDE TRE AREE DI INVESTIMENTO 1. Case della Comunità e presa in carica della persona 2. Casa come primo luogo di cura e telemedicina (C.O.T. Centrali Operative Territoriali) 3. Rafforzamento dell’assistenza sanitaria INTERMEDIA e delle sue strutture (Ospedali di Comunità) Gli investimenti previsti si distinguono in progetti a Titolarità (in capo a Ministero della Salute) e Progetti a Regia, affidati alle Regioni ei cui soggetti attuatori saranno le ASL (i fondi sono stati iscritti in bilancio vincolato) ASSISTENZA INTERMEDIA In Realtà I piccoli Ospedali fornivano già in passato, l’assistenza Sanitaria “Intermedia”. Quindi torniamo indietro? È forse stato un errore chiudere tutti i piccoli Ospedali, intasando i grandi Ospedali per patologie che potevano essere trattate sul territorio? Il Florilegio di Day Hospital e Day Service è stato Efficiente ed Efficace o va riformato? Oppure ci attendiamo Day Service per l’unghia incarnita e le orecchie a sventola? L’ESPERIENZA NELL’U.D.T. A proposito di territorio, a Bitonto, era in funzione da circa 14 anni e fino all’esplosione del COVID, l’UDT gestito dai medici di Medicina Generale Si occupava di patologie soprattutto geriatriche e di media entità: scompensi glicemici e problematiche cardio circolatorie ma soprattutto in inverno, il 40/50%, erano patologie polmonari da BPCO riacutizzate e insufficienze che potevano trasformarsi in Broncopolmoniti per i nostri grandi Anziani e per i pazienti più fragili, che difficilmente per tempi e modi e capacità economiche, avrebbero potuto curarsi a domicilio. Il posto letto, costava 1/5 (un quinto) di un Ospedaliero, il medico di Medicina Generale aveva una conoscenza Olistica del paziente e del circuito Socio-Familiare. Le cure e gli accertamenti venivano “filtrati”, umanizzati e personalizzati, coinvolgendo le capacità diagnostica e le consulenze dei colleghi specialisti che afferivano agli ambulatori e ai servizi territoriali dell’Ex Ospedale. Ciò avveniva con grande soddisfazione degli utenti che rimanevano curati in prossimità… RISCHI ED OPPORTUNITÀ L’ipotesi: Ospedali di Comunità, può nascondere rischi e opportunità Il Rischio è quello di trasformarli in orticelli politico-elettorali, dove “PARCHEGGIARE” personale pensionando, usurato e con scarsa motivazione Altro rischio, su cui riflettere attentamente, è relativo al ruolo delle nuove tecnologie nel governo delle c.d. COT (centrali operative territoriali), fondamentali nella realizzazione dell’obiettivo/investimento CASA come primo luogo di cura e TELEMEDICINA. Ai COT, a livello distrettuale, è affidata la funzione di coordinamento della presa in carico della persona e il raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali. Nel PNRR si dà grande rilievo al collegamento delle COT con una piattaforma informatica sviluppata da Agenas e all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella telemedicina. Affidare in maniera preponderante all’intelligenza artificiale il sistema di assistenza sanitaria territoriale, lascia piuttosto perplessi. Parliamo di un sistema, tra l’altro, affetto da una evidente carenza organizzativa, legata alla previsione di impiego di solo personale infermieristico e informatico. Il COT riuscirà ad affrontare la gestione di criticità croniche e drammatiche nel nostro sistema sanitario come le liste di attesa? Ed ancora, siamo certi che tanto i professionisti della sanità che i pazienti, abbiano gli strumenti culturali per fruire di questo nuovo sistema di assistenza territoriale? Non ho una risposta, ma credo che un minimo di cautela sia consigliabile, soprattutto per evitare di creare strutture fortemente dipendenti da sistemi artificiali, che potrebbe anche portare a una de-responsabilizzazione e, perché no, a una riduzione delle competenze dei professionisti chiamati a utilizzare quei sistemi. L’opportunità sarebbe di migliorare realmente la Sanità territoriale sgravando i Centri Specialistici da compiti impropri CONCLUSIONI SANIT fra Pubblico e Privato alla luce del PNRR? Ma fra pubblico e privato, al centro ci siamo sempre noi Medici e dobbiamo confrontarci con oltre 100 note che dovrebbero porre un freno all’uso scriteriato di risorse; ma non chiariscono se il SSN potrà sempre continuare a dare “TUTTO A TUTTI” Il mio dubbio come MMG è che il PNRR, non debba mai farci dimenticare che: “il compito dei Medici non è quello di dispensare solo farmaci ma di agire con serenità e fermezza anche sugli stili di vita (FUMO-ALCOOL-ATTIVITÀ FISICA) e su tutti i fattori di rischio svolgendo attività di prevenzione” Del resto, Oscar Wilde sosteneva che: “La salute è il primo dovere della Vita”