Da Nicola Lavacca,
giornalista e Fiduciario Coni, riceviamo e volentieri pubblichiamo.
“La notizia della
morte di Franco Nacci mi rattrista molto perché da ragazzo quando ebbi modo di
conoscerlo soprattutto come uomo innamorato dello sport e rimasi colpito dalla
sua affabilità, dalla sua umanità rara e dal suo proverbiale sorriso.
Ci incrociammo spesso
durante le diverse manifestazioni sportive e nacque un bel rapporto, io con il
grande rispetto nei confronti di una persona stimata da tutti che aveva molti
più anni di me.
La sua grande “impresa
” fu la realizzazione del Palazzetto dello sport. Al di là di aspetti
legali, burocratici e amministrativi che poi sono emersi in seguito su quella
struttura e che ancora oggi probabilmente ne impediscono l’utilizzo, il
palasport del Maria Cristina consentì alla città e alla nostra comunità di
colmare una grossa lacuna.
E qui uno dei meriti più
grandi fu proprio del dottor Franco Nacci.
L’ultima volta che l’ho
incontrato e ci ho parlato fu lo scorso anno in occasione del 40 anniversario
della Volley Ball Bitonto. E in quella circostanza lui stesso, sempre arzillo e
con la sua acuta intelligenza, rimase colpito se non proprio dispiaciuto dal
sentire, attraverso le mie parole, che quel palazzetto dello sport a lui tanto
caro fosse chiuso da anni e inutilizzabile.
I suoi ricordi di allora
cercarono un bagliore di luce per dipanare l’intricata matassa che grava ancora
oggi sulla situazione di stallo del palasport. Mi vien di pensare che Franco
Nacci, successivamente a quella manifestazione della Volley Ball, dove aveva
ritrovato tanti vecchi amici, abbia spesso ripensato a come risolvere l’annosa
querelle , e magari fare il possibile e l’impossibile (cosa a lui tanto cara)
per riaprire i battenti del palasport.
Ora che ci ha lasciati
probabilmente si è portato dentro quel cruccio, senza poter rivedere il “suo”
palazzetto dello sport finalmente agibile e fruibile.
La scomparsa del dottor
Franco Nacci, pur nella tristezza e nel dolore del momento, credo debba
lasciare in tutti noi, non solo in chi ama lo sport, una traccia indelebile e
soprattutto avere i crismi di una eredità ideale, quasi un monito per tutti
noi.
Per questo ritengo sia
giusto percorrere tutte le strade possibili per ridare lustro e far tornare
agibile il Palazzetto dello sport del Maria Cristina, quasi in segno di
rispetto per Franco Nacci.
Come pure sarebbe
importante poter dedicare e intitolare a lui quell’impianto sportivo per il
quale si è speso molto. Credo che da lassù ne sarebbe felice, magari
regalandoci il suo proverbiale sorriso.
Colgo l’occasione per fare
le condoglianze ed esternare il mio commosso pensiero ai familiari di Franco
Nacci e salutare con affetto tutti i suoi amici”.