“La sicurezza è innanzitutto un bene comune. Non esiste la possibilità di vivere una vita senza la possibilità di vivere quella vita in sicurezza”.
Ha aperto così l’ex Ministro Marco Minniti l’incontro sul palco della Festa dell’Unità organizzata dal Partito Democratico all’interno della Villa Comunale.
“Dobbiamo comprendere – ha puntualizzato – che, da un certo momento in poi, nel nostro Paese si è accresciuto un bisogno, un sentimento, quello della sicurezza. E non si può rispondere girando la testa dall’altra parte”.
E prova a dare una risposta anche alle elezioni politiche perse con Cinque Stelle e Lega: “Non abbiamo risposto a due grandi sentimenti, la rabbia e la paura. Se una persona è arrabbiata, il motivo è da ritrovare nella perdita del lavoro o se i propri figli non riescono a realizzarsi. Sarebbe inutile rispondere con delle cifre, con delle statistiche, dicendo che abbiamo messo il segno “+” a Pil e lavoro, che abbiamo avuto una diminuzione drastica dei reati”.
Bisogna dare delle risposte “a chi ha comprato casa in un quartiere e non si sente al sicuro e questo deve farlo la sinistra. Altrimenti si finisce per far vincere i partiti nazional populisti. Dobbiamo smettere di essere supponenti, essere vicini alla gente, tornare nelle periferie, essere diversi da chi sta costruendo paure a tavolino creando tensioni comunicative”.
Perché, spiega, “tenere vivo un pericolo, in allarme, incatena la gente nella propria condizioni di fragilità”.
Allora cosa si può fare? “Una piazza è sicura se è ben illuminata, se c’è occupazione, se è vissuta. Abbiamo dimostrato che il nostro può essere un Paese sicuro e turistico. Dobbiamo dimostrare alle organizzazioni criminali che non hanno voce in capitolo nelle comunità, arrestarli e mettere fine a quel che c’è stato, come è accaduto anche qui a Bitonto”.