Non ho, mai, simpatizzato con i
giovani tumultuanti nelle piazze; né ho, mai, scusato l’abbandono in massa
delle aule scolastiche da parte dei verdi fruitori di esse, adombrato, fatto passare, ipocritamente, per lotta
“senza quartiere” contro questo o quello, in nome di questo o quell’ideale.
Certamente, è “normale” che i giovani non amino stare rinchiusi nelle
italiettine, disadorne, squallide, sporche “celle” scolastiche (rese ancora più
squallide, sporche dalla loro irresponsabile incuria, che nessun dirigentucolo
scolastico o insegnantucolo, oggi, coraggiosamente, si prende cura di
reprimere), “sed” tutto ciò che è “normale” non è, assolutamente, “Etico”.
La
“normalità” non è altro che un concettucolo statistico: esso prende atto che la
maggioranza degli omuncoli si comporta, si atteggia, appare, oppressa
dall’autorità dell’abitudine, della tradizione, magari del “libro”,
“acriticamente”, in particolari modi, in particolari forme; instaura
determinati rapporti interpersonali, quasi, da sempre.
IO, ad esempio, pur non
ritenendo “normale” assentarMI, frequentemente, dalle lezioni, “mea sponte”,
“motu proprio”, accumulavo, durante un liceale anno scolastico, tanti di quei
“buchi” nella mia frequenza scolastica, che al termine di esso, giustamente,
non potevo non ritrovarMI, pesantemente, rimandato ad ottobre o, addirittura,
condannato alla totale bocciatura.
Quindi, esteriorizzavo, con innumeri
“filoni”, sbagliando, la mia insofferenza verso il sistema scolastico, “sed”,
responsabilmente, accettavo di pagarne il “fio”.
“Tamen”, mai, MI accodai,
gregalmente, alle masse di lazzaroni, miei pari o coetanei, in nome di una
presunta lotta per la salvaguardia di diritti disattesi o contro i gestori
prepotenti del potere, che qualcuno MI indicava, autoritariamente, di volta in
volta, tentando di imporMI il lavaggio del cervello.
Le mie eccezionali
presenze in classe, maledette dai miei insegnantucoli che per ME, in solitaria
occupazione di un banco, erano costretti a fare, comunque, lezione,
coincidevano con l’istituto scolastico deserto dal “pecorume”.
Quando sono
Salito su una Cattedra, Maestro, per la maggioranza dei miei scolari e per i
Pochi miei Discepoli, non per miei particolari Meriti o per la Luminare Conoscenza
delle Discipline che dovevo loro Partecipare, ma perché, umilmente, in groppa,
qual nano, sui Giganti del Pensiero, delle Letterature, dell’Arte, FacendoMI
Voce senza censure di Essi, ho Portato su di Essa con più Umana Consapevolezza (Acquisibile più con le
metaforiche o reali nerbate dell’oraziano “Magister Plagosus Orbilius” che con gli
inflazionati voti astrali, da considerare reati di falso in atti pubblici,
dagli insegnantucoli, oggi, assegnati, dalla materna o all’università, a
infanti mediocri, nutriti da loro di cibo culturale scadente per la gloria di
parenti, che dai successi di improbabile veridicità dei loro malnati possono
trarre l’unica soddisfazione del loro condominiale vivere o vissuto.
Siano benedette suor
Giuseppina e Suor Maria, mie Maestre della materna e della prima elementare,
così parche di elogi ed elargitrici di cospicui, giusti rimproveri e il Maestro
Segreto, non Discontinuo, pedagogicamente, (sulla Via dalle Prime Tracciata) il
mio antico Spirito Anarchico e il rifiuto di qualsivoglia “comunella” con i
miei impari cattedraioli, che non fosse da ME Vagliata e, di buon grado,
Accettata da ME.
La Scuola
non Si abbandona, mai: Tanto ho, ognora, Ribadito sia ai miei non colleghi, che
ai giovani.
Vale più un’ora di “Ponzamenti” in Classe, Capitalizzando gli
Insegnamenti dei Grandi, sull’ascesa al potere dei renzi di turno che, “more
felicis”, governatore romano della giudea, da Tacito irriso, usano il potere
come re con la mentalità degli schiavi, proni ai “dictat” dei loro tutori (la
massoneria bancaria, le confederazioni dei padroni delle ferriere, gli ex
usurai del “marco”, la gerarchia vaticana), che una giornata di sciopero in
corteo, in mezzo a una fiaccolata.
Le “sudate carte”, gli “studi matti e
disperatissimi” ci Rendono Diversi dai renzi di turno; altrimenti nel lottarli,
porteremo con noi la ignobile riserva mentale di volerli solo soppiantare sul
loro “cadreghino” o di porre fine alla
nostra lotta nel momento in cui, egoisticamente, avremo ottenuto la soddisfazione
dei nostri particolari interessi, lontani dalla Volontà di Cambiare la millenaria Storia di
ingiustizie e di prevaricazioni dell’uomo sull’Uomo. Com’è avvenuto in tutte le
storiche rivoluzioni!
Consapevolezza,
quindi, che la
Spirituale Formazione Politica dell’Uomo, degli Uomini, di
mille, di milioni di Essi, tramite la Cultura, il Sapere, la Conoscenza, le Abilità,
le Competenze, se si vuol rifuggire dai bagni di sangue da versare o da far
versare, è l’unico Viatico per costringere i renzi di turno a trascorrere il
loro inutile, vuoto tempo nel rimandare avanti “la ruota della fortuna” sulla
tomba di mike bongiorno.
Consapevolezza che ho, invano, Cercato di Accendere
nella coscienza dei miei non colleghi e della più parte dei miei scolari.
E,
ora, la Storia. Dal
1968 fino ai nostri giorni, puntuali, come i picciotti dei mafiosi usurai
sull’uscio delle loro vittime, gli studenti italiettini (gli studenti ? “…ma mi faccia il piacere”, avrebbe Esclamato
il Divino Totò), non poco dopo aver subito il burocratico appello, a far data
dell’inizio di ottobre si sono preparati di anno in anno con una serie di
ammutinamenti e delittuose occupazioni degli istituti scolastici a protrarre le
loro vacanze fino ad agganciarle alle pingui cattoliche vacanze invernali.
Ovviamente, con la benedizione delle autorità politiche e, di seguito,
scolastiche, ché l’intento recondito di
esse era ed è: dare la sensazione che la scuola, l’istruzione fosse, sia per
tutti, “sed”, andando incontro ai “bisogni e alle esigenze” idiote dei giovani
provenienti dalle classi popolari, soprattutto, permettere loro di continuare a
rimanere di ignoranza crassa, come i loro parenti, i loro avi, esclusi dalla
Conoscenza, dal Sapere, i principali indicatori delle classi che hanno, da
sempre, praticato il potere, direttamente, o attraverso figuri, come renzi,
organici ad esse.
Pertanto, scuole diplomifici e università laurifici, ma la
scala sociale ferma, in quanto, quei diplomi, quelle lauree, per la
frequentazione episodica alle lezioni dei ragazzi nella secondaria di primo e
secondo grado e nelle aule universitarie, si rivelavano, si rivelano involucri
mendaci che nascondevano, nascondono una preparazione mediocre o inesistente;
che producevano, producono snervante frustrante disoccupazione o volontaria
carne da macello, utile ai fautori, come i napolitano, delle missioni armate
per l‘imposizione ai popoli da
colonizzare della “democrazia” e della “pace nel mondo”.
Prima che fosse
concepito il machiavello della “scuola di massa”, i pargoli, al proletariato o alla piccolissima
borghesia appartenenti, si rassegnavano (tuttavia, non esiziale rassegnazione
per il loro futuro!) a Imparare un mestiere e Rinnovavano la nobile Tradizione
del fiorente, creativo, antico, italico Artigianato, che Offriva un notevole
Contributo allo Sviluppo Economico del Paese. Mentre, oggi, l‘italietta si
ritrova ciurme di giovani, senza arte e
mestiere, con lauree e diplomi inservibili, bighellonanti da un colloquio di
lavoro all’altro, non risolutivi ché le possibilità di assumere, nel pubblico e
nel privato, sono rare e le domande a migliaia. A pochi posti di lavoro, dal
profilo professionale, assolutamente, modesto, tonnellate di aspiranti e
non è necessaria la zingara per
individuarli in possesso di lauree e diplomi.
Nonostante, anche, il timbrare
nelle poste, oggi, richieda grande preparazione e, addirittura, genialità, dal
1968 fino ai nostri giorni gli autunni sono stati, sono caldi nelle scuolette italiettine. Migliaia di
sedicenti studenti invadono le strade, sventolando il medesimo “carnet” di
richieste al ministro della p.i. del momento, che si trascina dai padri, ex
nipotini dei sessantottini, ai figli che si ammutinano, ché così si fa da oltre
40 anni. Si richiedono più risorse nelle annuali leggi finanziarie per
l’edilizia scolastica e per la didattica (che, comunque, viene disattesa in
quanto si possono contare sulle dita della mano le lezioni di cui gli sdraiati di Michele Serra permettono lo
svolgimento nelle aule scolastiche o universitarie); una legge per stabilire un
reale diritto alla studio (si omette il Dovere di Studiare); la
possibilità per tutti di accedere al
sapere e alla cultura (che si dispensano nelle aule scolastiche e
universitarie, sistematicamente, snobbate da putti in ottombrina rivolta).
Infine, si richiedono biglietti d’ingresso ai cinema (magari per la visione di
cinepanettoni), ai teatri e in tutti gli spazi culturali, magari da
prostituire, per assistere ai “concerti” di robaccia “pop”, “rock”, “rap”,
tenuti dai loro miti di plastica.
Che dire, poi, di uno statuto degli studenti
(?) che sappia interpretare i “loro bisogni, i loro desideri”, mai, connotati
nel loro Spessore Etico, restando nella più vaga, immorale genericità?
E’, forse,
utile richiamare l’attenzione dei nostri 25 Lettori sul fatto che i
ministri della p. i., chiamati a dare risposte alle richieste, testé elencate,
non si preoccupano più di tanto di fornirle, conoscendo i loro “polli”
contestatori i quali si sentiranno “in interiore” soddisfatti che sia loro
tollerata, se non concessa, la facoltà, Ripetiamo, di prolungare il “dolce far
nulla” fino al natale del bambinello; inoltre, essi sanno che la preoccupazione
annuale degli studenti (?) italiettini di frequentare una scuola laica e libera
spazia, giornalmente, dalle otto alle 13 e nell’anno solare da settembre a
giugno.
A luglio tutti al mare a bagnare le chiappe chiare!
“Tamen”, dal 19 luglio fino al 22 luglio del 2001, una nutrita Comunità di Studenti, Guidata da
Vittorio Agnoletto, Presidente del “Social Forum Internazionale”, Convenne a
genova in occasione del “g8”, riunione dei capi di stato e di governo dei paesi
più industrializzati del pianeta, per fare il punto sulla situazione politica
ed economica dei paesi, da loro governati.
I Ragazzi del “Social Forum” Organizzarono
per tre giorni cortei lungo le strade di genova per Raccomandare con toni e
modi pacifici ai governanti riuniti in quella città una più accentuata lotta
contro i produttori di sostanze allucinogene e, pertanto, dispensatori di
morte. Purtroppo, nei cortei s’intrufolarono i “black block”, una sorta di
criminali, a genova piovuti da tutta l’europa, che la misero a ferro e a fuoco,
facendo fare alla polizia italiettina in tutto il mondo, pur rimpinguata da
battaglioni di poliziotti e di carabinieri romani, una figuraccia barbina. Nel
tentativo maldestro di riscattare la polizia dalla sua sciagurata incapacità di
tenere a bada un gruppuscolo di delinquenti in nero, fu organizzata una
rappresaglia, per alcuni commentatori, scientificamente, studiata, contro gli
inermi, innocenti Ragazzi di Vittorio Agnoletto, nella sera del 21 luglio tra
le 22 e mezzanotte, già addormentati nei locali della scuola ”diaz”.
Fu una
“macelleria messicana” con feriti gravi, alcuni in coma, altri in prognosi
riservata. Per i fatti della “diaz” sono
stati celebrati diversi processi: qualche pesce piccolo è stato condannato, ma
non si farà un giorno di carcere tra indulti e prescrizioni.
Dell’individuazione
dei mandanti di tanto impietoso, umano scempio neanche a parlarne! Ciampi, il capo
dello stato, facendo spallucce, tal lemure, proclamò: ”di niente fui informato
e niente saccio” e la medesima litania fu cantata dal capo del governo, il
berluska, dal ministro dell’interno, lo scajola per il quale tutto si fece a
sua insaputa, dal capo della polizia, de gennaro, che ebbe una lunga serie di
promozioni per il suo non credibile non sapere niente.
Il 7 aprile di
quest’anno la Corte Europea
dei Diritti dell’Uomo, all’unanimità dei suoi Giudici, ha condannato lo stato
italiettino per la violazione dell’Art 3 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo
(Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene e trattamenti inumani e
degradanti), ritenendo che l’operato della polizia dello stato italiano ”deve
essere qualificato come tortura”.
E ci voleva la bacchettata sulle mani dei
distratti italiettini ché essi si accorgessero che in italia nelle carceri si
pratica la tortura per le condizioni di vita inumane a cui i detenuti sono
sottoposti? E le fotografie dei Corpi maciullati di Federico Aldovrandi, di
Stefano Cucchi, di Guido Magherini non rivelano che furono sottoposti a torture,
nel momento dell’arresto per presunte questioni di droga, da coloro che avevano
il dovere di custodirli?
Già, vige nell’italietta il “proibizionismo” delle
droghe e, per bocca del Magistrato Nicola Gratteri, apprendiamo che
nell’italietta si requisisce solo il 10, 20% dell’interminata quantità di
cocaina che in essa viene spacciata, così come negli “states” dal 1920 fino al
1933 fu vietata la produzione, la vendita, il consumo, quindi, di sostanze
alcoliche. Eppure, grazie, diciamo, al fiorente contrabbando, gestito da
organizzazioni criminali con a capo al capone e lucky luciano, scorrevano tra
la gente fiumi di alcol, di whisky, soprattutto, arricchendole/li oltre ogni
immaginabile misura.
Un dubbio MI assale: sotto i mattoni i mèntori di siffatte
organizzazioni criminali mettevano l’enorme “copia” di denaro sgraffignato con
il contrabbando degli alcolici? O, per caso, lo depositavano nelle banche? E
codeste quale uso ne facevano? L’uso che s’addice al mestiere delle banche,
cioè finanziare le grandi intraprese industriali, in particolare, quelle dei
rockefeller e dei ford che, guarda la coincidenza, la “cmbnazz”, avrebbe mia
Madre Soggiunto, con la loro forza economica e, quindi, politica avevano fatto
pressione sul senato statunitense ché approvasse il 18° “amendment act” della costituzione federale
che istituì il proibizionismo delle sostanze alcoliche.
Nel 1929 c’era stato il
crollo di “wall street” che ebbe effetti devastanti sull’economia statunitense
e mondiale.
Guarda la coincidenza, la “cmbnazz”, il proibizionismo degli
alcolici fu rimosso nel 1933, quando si ebbe la percezione che la crisi economica
degli “states” e mondiale era stata superata, anche, grazie, diciamo, al denaro
che le organizzazioni criminali avevano versato nelle banche che, a loro volta,
avevano dato una scossa all’economia in letargo, depressa della federazione dei
50 stati.
Qualche settimana fa Rai 3
ha trasmesso il Film restaurato di Sergio Leone ”C’era
una volta in America”, mirabile completo, epico Affresco della società
statunitense, durante e dopo il “protezionismo” in cui non v’è alcuna
buonistica giustificazione della violenza, della truce, cruenta malvagità
dell’uomo, capace di diradare, anche, Amori e Amicizie che Sconfinano in una
virtuale, dissimulata, poetica, omerica “Omoeroticità”.
Sull’onda della Colona
Sonora di Ennio Morricone, siamo
Trasportati a Comparare i Legami di Amicizia tra i due protagonisti del film,Noodles Aaronson e Max Bercovicz con quelli di Achille e Patroclo nell’
”Iliade” di Omero e a quelli di
Cloridano e Medoro nell’”Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto. E ci Risuonano in mente i Versi 1- 4, Canto 1°
del Capolavoro Ariostesco: ”Le donne,…, l’arme, gli amori, /le cortesie,
l’audaci imprese io canto,/ che furo al tempo che passarono i mori d’africa il
mar, /…”.
Infatti, tutte le Opere Epiche, come “C’era una volta in America”,
Rappresentando con verosimiglianza il vivere, sia nella complessa interiorità
dei singoli personaggi, quasi cloni degli uomini vissuti in una data epoca
storica, sia nelle loro variegate relazioni interpersonali, impregnate di Amore
e di odio, di Nobiltà del Sentire e di indicibile abisso di ferocia, Risvegliano
il passato dalla morte e dall’oblio, sì che al presente confluiscono uomini da
ogni dove che, Assente Raffaele Chiarulli, ci Inducono “a una riflessione
sull’illusione e l’inutilità del potere, sulla caducità delle cose umane quando
il fine ultimo è la grandezza umana fine a se stessa, sulla profondità delle
ferite quando ad essere lacerati sono gli amori e le amicizie”.