L’artista è un uomo che si nutre di
bellezza.
Gli incantevoli paesaggi della Murgia, gli ulivi
ritorti e dolenti, i cieli infiniti e struggenti.
Tutto questo palpita nelle tele di
Manlio Chieppa, celebre pittore pugliese.
Sennonchè, il lieve pennello, per solito usato
per colorare i sogni, può trasformarsi in spietata clava.
Soprattutto quando la bellezza che gli riempie il cuore viene violata, serrata,
abolita.
E’ quello che è successo proprio ieri al Chieppa
suddetto, che sulle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno ha lanciato
un duro e circostanziato atto d’accusa nei confronti nell’amministrazione
comunale di Bitonto per la gestione poco oculata del Torrione angioino e della
relativa Galleria civica di arte contemporanea ivi ospitata.
L’artista elenca
con precisione giorni e orari in cui ha trovato desolatamente chiusi gli
ingressi e fa un rapido excursus della vita del maestoso bastione, recuperato
dal sindaco Nicola Pice e impreziosito dal suo successore Raffaele Valla.
Chieppa rimarca altresì il destino iniquo che sta
toccando alle tele donate dall’insigne bitontino Matteo Masiello, che ha
provveduto, circa un mese fa, a portare via le sue opere ed i pannelli lignei
espositivi. E ricorda che nell’anello superiore sono custoditi piccoli grandi
capolavori del secondo Novecento artsitico pugliese.
Insomma, l’artista denuncia un grave stato di
abbandono culturale nel quale versa il maschio della nostra città. Il lavoro
encomiabile dei ragazzi del servizio civile è svanito in un attimo e solo
qualche giorno fa i nuovi loro omologhi sono subentrati nella gestione del
contenitore.
Quasi certamente presto riprenderà a vivere “u
castidd”, ma di certo sono passati invano mesi importanti durante i quali è
stato perduto un numero imprecisato di visitatori e turisti.