Da Francesco Decaro (in collaborazione con Vito Evangelista) dell’Associazione “Bitonto in MoVimento” riceviamo e volentieri pubblichiamo.
“Chiedersi se sia possibile prevenire il crimine
prima che venga commesso, ancor prima della flagranza di reato, bloccare un
malvivente prima che agisca e compia l’atto criminale, sembra impossibile e per
gli accaniti cinefili realizzabile solo al cinema ricordando il Film Minority
Report, ove con un sistema di preveggenza l’investigatore Tom Cruise riusciva
ad anticipare i crimini prima che venissero commessi.
Ebbene dal 2006 ciò che può sembrare fantascienza è
diventato scienza, ciò che era irrealizzabile è diventata materia concreta, il
“nuovo” sistema di preveggenza meglio conosciuto come “predective policing” è
già in essere, in comodato d’uso gratuito, presso la Questura di Milano e
nonostante la concomitante uscita di un servizio su Rai Uno nella trasmissione
televisiva Super Quark del 07 Agosto tale sistema è ancora poco sconosciuto.
Il suo nome è Key-Crime letteralmente la “Chiave
del Crimine”, un super cervellone che immagazzinando dati relative a rapine ed
altri fatti criminali con “semplici” algoritmi, così come menzionato dagli stessi operatori che ne
fanno quotidianamente uso, riesce a colpire il criminale seriale.
Chi muove le fila di questo super cervellone,
l’ideatore, inventore e sperimentatore che l’ha realizzato è l’Assistente Capo
della Polizia Mario Venturi, che con abnegazione e grande professionalità
munito di grande acume investigativo, ha arricchito giorno per giorno, il
database dei criminali seriali.
E’ dunque la serialità la chiave di volta, perché
il malvivente compie sempre le stesse azioni, compie gli stessi passi perché
inconsciamente il proprio cervello elabora quelle informazioni relative ad
elementi circostanziali che riguardano le attività commerciali da rapinare,
siano esse farmacie, banche etc, muovendosi sempre nelle medesime modalità, in
quanto più vicine alla propria percezione di possibilità di successo.
Oltre ad aver suscitato vasta eco sulle maggiori
testate giornalistiche italiane e straniere, a seguire il lavoro di Venturi e
della sua squadra, è stato nel luglio 2007 l’economista esperto di sicurezza
Giovanni Mastrobuoni docente all’Università dell’Essex in Gran Bretagna che
presentando il suo studio sui risultati del Key-Crime in un arco temporale di
un anno, ha dimostrato come il suo utilizzo in metropoli delle dimensioni di
Milano, Roma e Napoli porterebbe ad un risparmio di 3 Milioni di euro di
bottino non realizzato e circa 1000 rapine evitate
Sono passati tre governi, ma la sostanza non è
cambiata per il personale in divisa, in tempi di Recessione, in un periodo
storico ove la scure della “Revisione di Spesa” cade spesso sul comparto
pubblico, basti pensare al blocco retributivo nei confronti delle Forze
dell’Ordine attivo dal 2011, il blocco delle assunzioni articolato nelle
modalità del 5,5 a1 ossia ogni 5,5 agenti che andranno in pensione, solo 1 vedrà nuova
assunzione, o alla chiusura delle sezioni distaccate dei Tribunali, l’intera comunità
si rende conto che la carenza per le strade, delle forze dell’ordine è
diventata più che mai cronica.
In una terra come la nostra, in una città come la
nostra, martoriata da multipli eventi criminosi, la comunità sana e vogliosa di
riscatto, ogni giorno si sveglia cercando difesa ed aiuto nell’operato delle
forze di polizia.
Le cronache bitontine, ogni dì, raccontano di
rapine, furti, scippi e il livello di esasperazione ha raggiunto i limiti
massimi che la società civile non è più disposta ad accettare.
Ed ecco,venire in soccorso il Key-Crime,?perché
non utilizzarlo nella nostra città, provincia, o Regione?
Perché non
sperimentarlo con ottimistiche previsioni in tutto il Meridione così bisognoso
di legalità?.
Inviando le pattuglie nella zona che, presumibilmente
vedrà il verificarsi dell’evento criminoso, si risparmierebbero sia uomini, che
risorse a disposizione, ottimizzando e realizzando sinergicamente risultati
operativi concreti.
Nell’ambito della spasmodica ricerca di contattare
Mario Venturi e la sua invenzione, grazie all’aiuto di una rete di colleghi
poliziotti, mi imbatto in un bitontino che lavora anch’egli al progetto
Key-Crime, il suo nome è Benedetto MODUGNO, anch’egli in servizio presso la
Questura di Milano e coautore del sistema, che a suo modo incarna il concetto
del“Nemo est propheta in patria”.
Il giorno 1 luglio, riesco ad organizzare un
incontro presso l’Associazione BITONTO IN MOVIMENTO vista la sua concomitante
visita alla città natia.?Modugno ci parla dell’efficienza del Key-Crime e
dei benifici derivanti dal suo impiego, citando la cospicua rassegna stampa di
cui si può vantare il sistema.
• 27% casi
risolti nel 2007 (anno di primo impiego) 54% nel 2012;
• riunificazione
dei fascicoli processuali con Pm unico dedicato, che garantiscono notevoli
benefici per l’Autorità Giudiziaria,(fonte ilsole24ore, corriere della sera);
• Risoluzione
dei casi dal 24% ante Key-crime al 75% odierno (fonte superquark);
Ma l’elemento principale diventa l’interconnessione
tra gli eventi riconducibili alla stessa persona, perché smettono di essere
vagliati i singoli eventi per diventare continuativi, si profila così il reato
continuato tanto agognato dalla collettività perché oltre a garantire una
certezza della pena, assicura alla giustizia il reo per molti anni.?
L’idillio persiste sino a quando il sistema rimarrà
“intra moenia” della città di Milano e del suo hinterland, ma qualora si
volesse adattare alle altre città italiane sarebbe necessario reperire i fondi
necessari alla realizzazione del nuovo software Key Crime Cube, il cui progetto
è ormai ultimato e che ne consentirebbe un impiego su larga scala.
Anche il mondo bancario italiano ha valutato
favorevolmente questo progetto, promettendo un parziale contributo per la sua
realizzazione.
Il pensiero corre alla possibilità di reperimento
di fondi Europei visto che in precedenza una ricerca dell’università di Trento
collegata alla Cattolica di Milano, denominata TRANS-CRIME ha comunque ricevuto un importante sostegno
economico grazie all’utilizzo dei fondi per l’E-SECURITY messi a disposizione dall’UE per
ricerca e operatività di nuovi sistemi.
Partito Benedetto MODUGNO all’ombra degli ulivi è
giunto Mario VENTURI, ideatore del progetto e Stefano FABBRI, presidente della
società che ne cura lo sviluppo.
Venerdì 04 Luglio grazie soprattutto
all’intermediazione dell’On. Cittadino Portavoce del M5S, Francesco CARIELLO,
anch’egli presente al tavolo di discussione, hanno avuto un incontro con il
Prefetto di Bari, dott NUNZIANTE Antonio per presentare ufficialmente il
Key-Crime Cube.
A rappresentare l’Amministrazione Comunale
Bitontina, l’assessore allo Sport e alle Politiche giovanili, dott. Domenico
NACCI e rappresentanti dell’Associazione Bitonto in MoVimento.
Mario Venturi ha presentato nei dettagli la sua
creazione, spiegando tutti i benefici che potrebbero derivare dal suo impiego.
A supporto della bontà del progetto, il presidente
della società ha consegnato al Prefetto una ampia documentazione corredata da
rassegna stampa che evidenzia statistiche e percentuali di successo nella
prevenzione e repressione dei crimini da parte della Questura di Milano che
adotta il sistema.
Quanto descritto è riuscito ad interessare solo
parzialmente il Signor Prefetto che, forte di un accordo con gli esercenti e
privati ha presentato il proprio piano di lotta alla criminalità.?Essa
consiste nell’utilizzo capillare di un servizio di videosorveglianza che
coadiuvato da personale di società di vigilanza privata garantirebbe un effetto
non solo deterrente per l’evitare il ripetersi di fatti criminosi nella città
di Bari, ma a suo dire garantirebbe maggiore sicurezza poiché più incisiva nel
riconoscimento dei rei.?
A fine incontro si è giunti ad un compromesso,
l’eventuale utilizzo del Key-Crime a corollario del sistema di
Videosorveglianza come elemento di raccordo e congiunzione di tutti quei dati
utili all’individuazione e soppressione dei crimini previa discussione e
approvazione innanzi al Ministero dell’Interno.
Considerazioni finali su una situazione che ormai
rasenta la rassegnazione, il Ministero dell’Interno è già a conoscenza della
funzionalità e credibilità del Key-Crime in quanto ne ha autorizzato l’uso alla
Questura di Milano, il VENTURI è stato ascoltato nelle sedi istituzionali
romane riscuotendo entusiastici commenti e feedback positivi ma a tutt’oggi non
vi sono stati concreti riscontri oggettivi.
Manca a tal punto la volontà politica, forse solo
per leggerezza o tedio, manca il giusto riconoscimento vero i servitori dello
Stato che di propria sponte hanno ottimizzato e perfezionato un metodo di
lavoro che li rende efficienti ed orgogliosi del proprio operato ma allo Stato quello burocratico interessa solo una
gestione gerontocratica e macchinosa della Cosa Pubblica, escludendo a priori
tutto ciò che è innovazione.
Gli operatori di Polizia della Questura di Milano
dove è attivo il Key Crime, continuano e
continueranno a lavorare e ad assicurare i criminali alla giustizia ma tale
opera presto o tardi, potrà terminare visto che negli Usa e precisamente nel
Quartier Generale della Silicon Valley il Key-Crime è molto conosciuto ed
apprezzato, già pronti a portare il brevetto oltreoceano, ringraziando ancora
una volta l’Italia per aver snobbato e ceduto parte dei suoi cervelli migliori.