I soggetti in questione, ormai lo sappiamo da tempo, sono questi: INPS Servizi Spa, la società in house a intero controllo pubblico da parte di INPS che, tra qualche mese (dal 1° gennaio 2022?) dovrebbe (vorrebbe) assumere qualche migliaio di dipendenti, anche se è ancora privo del direttore generale e di un piano industriale; le organizzazioni sindacali, da mesi impegnate in una difficile trattativa per tutelare il posto di lavoro di circa 3.500 operatori telefonici; la politica, tutt’altro che unita dinanzi a tale situazione – forse osa pensare che sia di secondo piano? Ma davvero osa? –; i lavoratori, alcuni decennali, che ogni giorno feriale, dalle 8 alle 20, rispondono alle domande e ai problemi proprio per l’Istituto nazionale di previdenza sociale al Contact Center più importante d’Italia.
Cosa c’è in ballo? Tanto. La loro internalizzazione, che fa rima con (sacrosanta? Legittima? Doverosa?) stabilizzazione. Diventare dipendenti PARAstatali, che seppur una cosa grandiosa, è tutt’altro che essere senza il para davanti. Ed è un promemoria importante, anche per chi siede nei due rami del Parlamento.
Internalizzazione, allora, dopo anni di cambi di appalto tra aziende private. Pasquale Tridico, accompagnato da una larga fetta della maggioranza governativa, la vorrebbe fare tramite una selezione pubblica e quindi usare miseria, dolore, lacrime e sangue, mentre i sindacati (e il Partito democratico) ribadiscono che c’è la clausola sociale per tutelare l’attuale perimetro occupazionale, negli anni aumentato proprio per volontà di INPS e non delle aziende appaltanti.
Siccome la distanza è davvero ampia così come il silenzio che è calato sulla vicenda, martedì prossimo, 14 settembre, CGIL, CISL e UIL (settoriali, ovviamente) e i lavoratori incroceranno le braccia per l’intera giornata e manifesteranno a Roma, in piazza Montecitorio, dalle 9 alle 14, per difendere i loro diritti. Il posto di lavoro. La dignità. Alzare la voce. E pretendere che qualcuno faccia il proprio dovere.
“Quale è il perimetro certo e definito dei lavoratori interessati dal processo di internalizzazione? – scrivono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil nell’ultima nota sindacale – Nonostante l’ostinazione con cui l’Istituto continui a ripetere di dover fare la selezione pubblica anziché applicare la clausola sociale, contrariamente a quanto sostenuto, a buon diritto, dalle OO.SS, ad oggi nessuno si è degnato di rivelare come avverrà il processo di selezione, quando verrà pubblicato il bando del concorso, quali saranno le tempistiche del processo selettivo. Quale sarà il profilo orario dei lavoratori selezionati? A che punto è il tavolo di confronto tra le aziende attualmente fornitrici del servizio e INPS? Le lavoratrici e i lavoratori dovranno aspettarsi la “sorpresa” di una proroga senza aver idea di quale sia la natura di questa interlocuzione? O, come noi riteniamo, la data dell’internalizzazione al 1° gennaio 2022 è inderogabile e il presidente Tridico sarà coerente con le assicurazioni finora fornite in merito? Quale è il piano industriale di INPS Servizi, la società in house che gestirà direttamente il servizio?”.
Tanti, quindi, i motivi per scioperare, e lo sciopero generale è l’ultima (per ora, solo per ora) tappa di una serie di giornate di astensione parziale effettuate da aprile in poi.
“Il tempo delle attese è infatti ormai finito – chiudono i sindacati nella nota – ed è ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Adesso è tempo di smetterla di “raccontare” l’internalizzazione, migliaia di persone pretendono ciò che è stato loro promesso”.