Il seminatore: è la prima immagine alla quale è naturale accostare la figura del nostro amato
presidente Marco Vacca, che ricordiamo ad un anno dalla sua scomparsa. Nel quarto tempo della
sua esistenza terrena, Marco ha seminato nel campo dell’Università dell’Anziano. Lo ha fatto, come
in tutta la sua vita, con impegno, generosità, spirito di servizio, gratuità e amore per Bitonto.
Quando in una comunità si raccoglie l’opera di chi ha avuto un ruolo di guida e di responsabilità, si
dice che se ne raccoglie l’eredità. Una parola alla quale è facile associare l’idea della ricchezza,
insomma una specie di tesoro. Ed ecco allora che dopo l’immagine del seminatore, sovviene
un’altra pagina evangelica che si trova nel Vangelo di Luca (12,32-48) quando viene ricordato che
“dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”.
Se si riscopre dove era il cuore di Marco Vacca, riscopriremo dove era il suo tesoro e quindi qual è
la vera eredità che ci ha lasciato, come bitontino e non solo come presidente dell’Università
dell’anziano.
Affidandosi alla memoria si può disegnare l’ideale percorso che Marco Vacca ha compiuto
nell’attraversare, servendola, la nostra città. Si può partire proprio da via Matteotti e dalla scuola
media “Sylos”, a lungo sede dell’Università dell’Anziano, per fare poi tappa in quelle che sono state
le abitazioni delle sue famiglie, quella originaria in via Magenta angolo via Rossini e poi da marito e
padre in via Ammiraglio Vacca e via Massimo D’Azeglio. Le sue scuole: la “Giovanni Modugno” in
via Crocifisso, la “Cassano” in via Salvemini e la “Don Milani” nel centro storico in via Saponieri. E
poi le sue parrocchie di appartenenza, da quella iniziale di Sant’Andrea e poi Cristo Re Universale e
il Santuario dei Santi Medici e le tante altre parrocchie dove ha prestato servizio, facendosi
maestro di fede per tanti bambini.
E poi il Palazzo Gentile, su Corso Vittorio Emanuele, dove è stato consigliere e assessore comunale
e senza dimenticare l’attività nell’UNLA in via Garibaldi e il “Cinema Migliore” in fondo a via
Ruggiero Bonghi e le sale cinematografiche cittadine, veri luoghi della sua anima. E ultime, ma non
ultime, le tante, nascoste, umili, periferiche case di Bitonto dove si è fatto prossimo degli ultimi, dei
più poveri, nella sua testimonianza di vincenziano.
Questa “mappa” della vita di Marco Vacca a Bitonto, questa sua “geografia dell’anima” raccontano
di un uomo di buona volontà, un maestro, un cittadino impegnato nel servizio alla comunità. Per
tutta la sua vita è stato un uomo “della” e “nella” città. Bisogna confrontarsi con l’intera esistenza
di Marco Vacca e con quello che la sua ricca e feconda testimonianza continua a raccontarci.
Bitonto e non solo l’Università dell’Anziano, hanno e avranno il dovere di farne memoria,
soprattutto concreta, continuando nella luminosa scia del suo esempio al servizio della città.