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Home » “Il preside Saverio Pansini va in pensione e noi ex alunni ne ricordiamo cultura, passione e dignità”

“Il preside Saverio Pansini va in pensione e noi ex alunni ne ricordiamo cultura, passione e dignità”

Per tre anni ha diretto magistralmente l’Istituto comprensivo Cassano-De Renzio

La Redazione by La Redazione
28 Giugno 2024
in Cronaca
preside Pansini
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DELLA PROF.SSA MARIANGELA BRANCALE

Già a pochi metri dalla scuola primaria V. F. Cassano si respira aria di festa.

Sono le 18 di sabato 22 giugno. La scuola è aperta, le luci accese. Non ci sono le colorate e chiassose scolaresche, ma tanti adulti, eleganti, pronti, sembra, ad un evento.

È in programma una festa, il saluto al Dirigente Scolastico Saverio Pansini che per tre anni ha diretto magistralmente l’Istituto comprensivo Cassano-De Renzio.

E’ giunto il momento del congedo dalla scuola. La burocrazia decide così per tutti prima o poi, ma la testa e il cuore del Dirigente Pansini continueranno a lavorare, ne siamo certi.

La festa comincia con un discorso del Preside, per chiamarlo alla vecchia maniera. Ripercorre emozionato le tappe di un’avventura fatta di sfide coraggiose, ma sempre scrupolosamente ponderate. Ha lavorato con una squadra eccezionale, affiancata dal suo braccio destro, la maestra Anna Maria Cutrone che racconta a tutti la sua esperienza formativa, tra confronti, fatiche, insegnamenti, gratificazioni.

E in questo festoso evento si fa spazio anche il ricordo di Saverio Pansini docente di storia dell’arte. La platea sorride incuriosita e ascolta il racconto di una sua ex alunna.

Correva l’anno scolastico 1991-1992 quando, dopo i due anni del ginnasio, approdammo al liceo. Rituale era allora il cambio dei docenti; si trattava di un passaggio da un biennio “tecnico” ad un triennio dove il panorama dei saperi si faceva più complesso, per certi versi anche più astratto, certamente più ampio, con l’ingresso di nuove discipline come la storia dell’arte.

In quegli anni al liceo classico di Bitonto, nella sez. B che frequentavo, insegnavano docenti straordinari, ma tanto rigorosi e, va detto, un po’ avanti con l’età. Tra loro la prof.ssa Giovina Castro, il prof. Domenico Saracino, il prof. Filippo Elia, per citare solo chi non c’è più. Studiare le loro discipline significava trascorrere tutte le ore del pomeriggio, e spesso anche della sera, seduti alle nostre disordinate scrivanie, tra versioni di greco, formule chimiche e teorie filosofiche. I primi giorni del I liceo (terzo anno) conoscemmo anche lui, il professore di storia dell’arte.

Era già brizzolato, ma decisamente giovane, anzi ai nostri occhi, abituati a docenti meno giovani, appariva giovanissimo e affascinante. Nacque così la speranza di trovare in lui un riparo, un conforto tra tanto rigore, ma presto capimmo che anche la storia dell’arte avrebbe rivendicato inequivocabilmente la sua dignità.

Rigore? Sì.

Competenza? Tanta.

Passione? Tantissima.

Ci catturò da subito il suo modo originale di raccontare le opere d’arte, di dare un valore ad ogni particolare, di indurci ad interpretazioni critiche. Alcuni lo soprannominarono Sgarbi, evocandone, si intende, solo il valore professionale.

Le sue spiegazioni imponevano in modo naturale silenzio e attenzione; ogni volta era come partire per un viaggio tra affreschi, dipinti, sculture. Ma dopo le coinvolgenti spiegazioni giungeva il triste momento delle temute interrogazioni. Il libro di testo non lo entusiasmava: troppo essenziali le informazioni e nessuna forma di critica. La scelta a noi. Ci si poteva accontentare di una valutazione decente studiando dal libro in adozione, ma per ambire ad una valutazione più gratificante bisognava studiare dal manuale di storia dell’arte di Giulio Carlo Argan. Indimenticabile la sua espressione di soddisfazione con gesti di aperta approvazione quando riconosceva in qualcuno di noi il suggerito approfondimento dall’Argan. C’era poi anche un tempo per i compiti in classe. Ad ognuno toccava analizzare un’opera d’arte diversa. Tutto era calcolato per rendere pari a zero la possibilità di copiare. E poi ancora i fascicoli di Art dossier che andavamo ad acquistare appositamente da Bari. E i viaggi di istruzione … altro che audioguide!

Ci sono ancora tanti aneddoti che ognuno di noi custodisce nello scrigno del ricordi degli anni più belli, ma è tempo di salutarci.

 

Al nostro caro professor Pansini dedichiamo il nostro affettuoso grazie per tutto quello che ci ha insegnato. A lui dobbiamo la capacità di leggere, riconoscere e interpretare la Bellezza in ogni sua forma. Gli auguriamo il meritato riposo, certi che continuerà a donarsi.  

Tags: istituto cassanopansinipensionepresidesaverioscuolavito felice cassano
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