«Abbiamo
una situazione dell’ordine pubblico che segna un trend decrescente della
criminalità e soprattutto per quanto riguarda la delittuosità, pari a meno 6,6%
nella città di Bari».
Parla, numeri “alla mano”, il ministro dell’Interno Angelino Alfano, sabato durante un
incontro in Prefettura a Bari.
Il dato si riferisce ad una diminuzione delle rapine in appartamento, per strada, dei furti in abitazione «ed è calato anche il numero degli omicidi
volontari (si è scesi da 7 a 4 a Bari, da 14 a 9 in provincia)».
Altri importanti risultati sono stati ottenuti per i sequestri e le confische: «Dal 2011 (anno di entrata in vigore del
nuovo codice antimafia) ad oggi – continua l’ex ministro della Giustizia – sono stati sequestrati 2034 beni per un valore di 463
milioni di euro a Bari e provincia. Sono stati confiscati 834 beni per un valore di 293 milioni di euro».
Sono stati censiti 17 clan a Bari
e 11 in provincia: «Particolare
attenzione viene posta alla situazione
di Bitonto – evidenzia Alfano – è un elemento di preoccupazione sul quale noi
abbiamo focalizzato l’attenzione, grazie alle azioni riuscite di sequestro e
quelle poste in opera su questo territorio per la presenza di grande
disponibilità di armi e di esplosivo».
«Tutto questo ci fa
capire che l’azione di rifornimento dei clan dal punto di vista dell’armamento,
della loro voglia di avere strumentazioni e dotazioni solide per organizzare i
loro crimini, non mancano», precisa.
«Non si può fare
alla criminalità comune, così come quella organizzata, il grande regalo di farli apparire più forti
dello Stato», afferma con forza il ministro: «Non si può consentire loro di propagandare un messaggio simbolico di
forza: il messaggio che lo Stato deve trasmettere è che “noi siamo più forti di
chi ci contrasta”. In ogni circostanza io invito le forze dell’Ordine di Bari e
la magistratura ad eliminare ogni forma di abuso che questi possono produrre».
Particolare
attenzione anche per i minori: «Il
loro coinvolgimento nel traffico degli stupefacenti è dato dalla crescita nell’ambito dello smercio
di marijuana e quindi c’è una grande attenzione sia sulla produzione che sulla
distribuzione».
È stato approvato l’8 ottobre scorso, poi, nel corso dal Comitato provinciale
per l’ordine e la sicurezza pubblica, il piano della sicurezza chiamato “Cristoforo Colombo”, che si attiva nel
caso di rischio per attentati terroristici.
«Le nostre analisi,
le valutazioni dell’intelligence, quanto viene fuori dalle indagini e dalle
sentenze della magistratura – conclude Angelino Alfano – ci fanno capire con una retrospettiva sul passato, che il porto di
Bari può essere una possibile porta di ingresso per aspiranti jihadisti o da soggetti che, radicalizzandosi, possono accogliere il
messaggio che, attraverso i canali del web e non solo, viene portato avanti
dall’Islamic state, dall’Isis».