Bari, Stadio San Nicola, ore 22.18. L’equanime Morabito di Taurianova ha zufolato tre volte nel suo fischietto. L’impresa è compiuta. Una delle pagine più sfolgoranti della storia del calcio bitontino è scritta. Lettere auree incise col fuoco della passione di questo spicchio di scalmanati tifosi, con l’abilità del talento di undici pedatori eroici, con la sublime maestria di un condottiero sagace e illuminato. I leoncelli hanno fatto un sol boccone dei galletti. Spennati, mesti, abbacchiati al centro del prato, mentre i neroverdi gagliardi, ancora tonici, estasiati, braccia al cielo esultano proprio come quei matti sugli spalti che si abbracciano felici come bambini, Giacomo che piange lacrime di stupore, Rossella, radiosa più che il sole a tarda sera, fiera del suo mister, Mimmo che non sta più nella pelle perché lui una cosa così non l’aveva mai vista, Michele che salta come un grillo manco avesse trent’anni di meno, Graziano col cuore colmo di ebrietudine, le bandiere neroverdi che garriscono al vento, che sferza gelido le gradinate ma ormai non lo sente più nessuno quel freddo, perché dentro è tutto un incendio. Il nocchiero bitontino per la prestigiosa occasione aveva cambiato gli esterni bassi, Cappellari e Paradiso per Terrevoli e Montanaro, sistemato al centro della invalicabile Maginot Di Bari e D’Angelo, rispolverato Picci a fare il guastatore davanti. Cornacchini, rimescolate quasi tutte le pedine, si affidava comunque all’esperienza mondiale di Ciccio Brienza. Le prime schermaglie facevano intendere subito quale sarebbe stata l’antifona: Fiorentino e Biason a giganteggiare nel cuore della pugna, Lavopa a dribblare e a rientrare, Patierno sempre più immarcabile. E la prima frazione scivolava via con una serenità tanto mirabile quanto impensabile. Sicché diventava quasi sbocco naturale di questa tranquillità corale il punto della vittoria al minuto sei della ripresa. Kikko faceva impazzire un paio di difensori avversi e calciava a giro, l’imberbe goalkeeper nordico sventava. Dalla destra riprendeva e scodellava al centro con chirurgica previsione Lavopa per Picci, che incornava ferale nell’angolo. Sarà il gol del trionfo. Memore del suo passato in biancorosso, rispettoso il puntero non gioiva. Seguivano quaranta minuti in apnea, fra sussulti e rimpianti – almeno un paio di contropiede vanificati puerilmente -, corroborati dalla crescente sicurezza del portierino Figliola, che pare conoscere i mille segreti per chiudere lo specchio della sua porta, dalle uscite planate a terra agli angelici voli fra i pali. Poi, il triplice fischio e la festa che dicevamo in incipit di pezzo. E la gratitudine per i ragazzi e il loro duca, per la società e il presidente sempresorridente Francesco Rossiello. A proposito, ha visto? Il suo Davide ce l’ha fatta. Ogni tanto succede ed è una goduria infinita. Grazie, dunque, per averci donato questo sogno che è diventato abbacinante realtà. Perché, sì, è vero, una partita è solo una partita, ma se è di una bellezza struggente come quella di ieri sera, diventa un’emozione senza fine… TURNO PRELIMINARE COPPA ITALIA SERIE D BARI – BITONTO 0 – 1 Reti: 6’ st Picci BARI: Silaulys, Mattera, De Cesare, Brienza (36’ st Simeri), Piovanello (30’ st Langella), Feola, Nannini, Bollino (25’ st Neglia), Liguori (10’ st Floriano, 49’ st Bolzoni), Aloisi, Pozzebon. A disp. Marfella, D’Ignazio, Hamlili, Gioria. All. Cornacchini BITONTO: Figliola, Cappellari (33’ st Terrevoli), Paradiso, Biason, D’Angelo, Di Bari, Zaccaria (33’ st Dellino), Fiorentino, Patierno, Lavopa (39’ st Faccini), Picci (22’ st Padulano). A disp. Vitucci, Montrone, De Santis, Schena, D’Antonio. All. Pizzulli Arbitro: Morabito (Taurianova) coadiuvato dagli assistenti Camillo (Salerno) e Zanfardino (Frattamaggiore) Ammoniti: Di Cesare, Feola (BA), Di Bari, Fiorentino (BI)