Una visione arguta del music system italiano: è uscito venerdì 15 settembre, in libreria e nei digital store il nuovo libro di Alceste Ayroldi Fatti e misfatti dell’industria musicale italiana (disponibile anche su Amazon al link
https://amzn.eu/d/dysAnEs). Edito da Arcana Edizioni, il libro si presenta anzitutto come un saggio esplicativo sul funzionamento odierno del mercato musicale nazionale, dopo il precedente manuale La legislazione dello spettacolo e il diritto d’autore nelle opere musicali, pubblicato lo scorso anno con la stessa casa editrice.
Docente, critico musicale, saggista e veejay, Alceste Ayroldi è una delle figure di riferimento del panorama italiano. Con questo nuovo libro, racconta e mette in evidenza i funzionamenti – e malfunzionamenti – del sistema dell’industria musicale italiana attraverso nove capitoli, di cui uno di stampo didascalico se non proprio “didattico”, sulla Comunicazione, curato dall’esperta e docente di marketing e promozione Fiorenza Gherardi De Candei, più due paragrafi – di cui uno ricompreso nel predetto capitolo – curati da Sabrina Pecoraro, ricercatrice e lecturer della University of The West of Scotland.
Nella sua carriera Ayroldi ha intervistato centinaia di artisti di fama internazionale – come Pat Metheny, George Benson, David Bowie, Ringo Starr, Santana, Brian Ferry, Billy Cobham, Enrico Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Richard Galliano, Dhafer Youssef, Carl Palmer, Brad Mehldau, Trilok Gurtu, John McLaughlin, Steve Vai, Lady Gaga e Laufey grazie alla sua lunga collaborazione con la rivista Musica Jazz, con Jazzitalia e altre riviste. É coordinatore artistico del Multiculturita Europe Contest, insegna presso il Saint Louis College di Roma, la University of the West of Scotland, l’Università di Palermo, l’Art Village di Roma e collabora stabilmente con Rete Due della Radio Svizzera Italiana.
Dalla poliedricità della sua esperienza professionale, Ayroldi compie approfondite riflessioni non trascurando alcune critiche al sistema musicale italiano e internazionale, aprendo un dibattito impreziosito, nel libro, dalla visione di alcuni illustri professionisti del settore che ha intervistato per l’occasione: la direttrice d’orchestra e pianista Gianna Fratta; Giovanna Mascetti, presidentessa dell’associazione agenti e manager musicali italiani; l’avvocata Claudia Barcellona, esperta di diritto dello spettacolo; Riccardo Vitanza, patron dell’agenzia di comunicazione Parole & Dintorni di Milano e Giordano Sangiorgi, promoter musicale e culturale, ideatore e organizzatore del Mei – Meeting Etichette Indipendenti (due interviste a cura di Fiorenza Gherardi De Candei); Alessandro Fedrigo e Simona Parrinello, musicisti e rispettivamente presidente e componente del direttivo del Midj – Musicisti Italiani di Jazz; Alessandra Micalizzi, professoressa associata nonché ricercatrice del Sae Institute di Milano; Gianluca Testani, direttore editoriale di Arcana Edizioni; Luca Conti, direttore della rivista Musica Jazz; Stefano Mastruzzi, musicista e direttore generale del Saint Louis College of Music di Roma; Claudio Angeleri, musicista, presidente del Centro Didattico produzione Musica di Bergamo e anche dell’Associazione Nazionale Scuole Jazz e musiche audiotattili.
Interventi che raccontano la complessità dell’industria musicale italiana, fatta di settori produttivi che si intersecano e collaborano: dalle scuole di musica che formano gli artisti, alle case discografiche che creano i prodotti finali, ai musicisti professionisti, alla critica musicale con la stampa specializzata (e non), agli uffici stampa che danno voce alle opere artistiche, ai tour manager, a i social media manager che, mai come oggi, sono diventati fondamentali nella carriera di un artista. E poi, i promoter, gli organizzatori di festival, i direttori artistici, l’editoria di settore, le associazioni di categoria. Un macrosettore che cresce sempre di più e sul quale ruotano cifre considerevoli.
Alceste Ayroldi: “Lo scopo di questo libro è di essere una guida nel mondo dell’industria musicale italiana, accendendo i riflettori anche su tutte le situazioni che appaiono piuttosto nebulose. Ciò, partendo da alcune domande: quanto è genuina la musica che ascoltiamo? I comportamenti dei musicisti sono spontanei o “comandati” dalle teste pensanti del marketing? Le case discografiche coadiuvano o sfruttano il musicista? Lo Stato cosa fa? I conservatori e le scuole di musica sono adeguate e al passo con i tempi? La critica musicale è stata sepolta dallo spirito libero dei social?”