“A titolo personale e in qualità di rappresentante della Città Metropolitana di Bari, condivido con voi le preoccupazioni in ordine alla localizzazione di questo intervento”.
Antonio Decaro torna a sostenere le sue perplessità circa la realizzazione della discarica Fer.live e lo fa ancora con una lettera. Questa volta indirizzata al Consiglio comunale di Bitonto.
Ieri la massima assise cittadina, su iniziativa delle forze di opposizione, si è riunita in seduta monotematica per fare il punto sulle attività, intraprese da Palazzo Gentile, per scongiurare il pericolo di vedere la cava in contrada Colaianni trasformata in un bacino di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi. Un ecomostro, a pochi passi dal centro abitato della frazione di Palombaio, autorizzato lo scorso novembre da via Spalato.
Microfono aperto per rappresentanti delle associazioni ambientaliste e delle organizzazioni professionali agricole, come da richiesta della minoranza, che avrebbe anche voluto la presenza del responsabile del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, del dirigente del Servizio Tutela e valorizzazione dell’ambiente e del sindaco metropolitano.
“Vi ringrazio per il cortese invito che avete voluto rivolgermi. Purtroppo, mio malgrado, non potrò essere con voi” ha scritto Decaro in una nota, inviata al presidente del Consiglio comunale, Domenico Pinto, per giustificare il suo forfait.
“Su questa vicenda farò tutto quello che è nelle mie possibilità e nelle mie responsabilità istituzionali, come peraltro ho fatto in questi mesi, in modo trasparente e, soprattutto, legittimo” ha assicurato il sindaco dell’area metropolitana, spiegando la sua impossibilità di “ingerire nella sfera della competenza gestionale che il Testo Unico degli Enti Locali affida in modo inequivocabile ai dirigenti e a colui che formalmente ha la responsabilità del procedimento. Nel diritto amministrativo non c’è indirizzo politico che possa avere valore coercitivo, altrimenti il rischio è di sfociare nel campo del diritto penale”.
Una “lezione di diritto non necessaria”, come ha commentato il forzista Domenico Damascelli, a cui la nota sembra proprio parlare.
Nei giorni scorsi, il consigliere e i suoi colleghi di centrodestra hanno infatti denunciato il comportamento da “dottor Jekyll e mister Hyde” di Decaro, che ha chiesto alla direzione generale del suo ente di verificare gli aspetti legati alla questione, in particolare circa il rischio idrogeologico denunciato dall’Autorità di Bacino, dopo aver firmato il ricorso giudiziario contro Bitonto.
“Non ho mai recitato due parti in commedia. Al contrario, ho sempre informato la mia azione alla coerenza, al rispetto delle leggi e dei ruoli nell’esclusivo interesse della comunità che ho l’onore di amministrare” ha ribadito il numero uno di via Spalato, ricordando anche di aver interessato sulla questione Regione e Ager, come notificato ai sindaci di Bitonto e Terlizzi.
Le missive del primo cittadino metropolitano, tirato più volte in ballo dall’assise per le sue presunte responsabilità politiche, sarebbero però importanti in sede giudiziaria.
A sostenerlo è stato nel corso della seduta il prof. Vincenzo Caputi Jambrenghi, legale del Comune di Bitonto nel giudizio dinanzi al TAR, intervenuto per riepilogare l’affaire Fer.live, che ha origine sin dal 2011.
“Entro giugno andremo in udienza” ha ricordato, mostrandosi fiducioso circa il prevalere delle ragioni della città dell’olio nel giudizio per merito che emetterà il collegio.
“Nella conferenza di servizi di giugno, è stato presa, in modo doloso, solo la prima parte della nota dell’Autorità di Bacino” ha denunciato l’avvocato. Una “assurdità” ripetuta anche dagli uffici di via Spalato, che si sarebbero rifiutati di aprire istruttoria dopo le sollecitazioni di Decaro.