È morto Franco Amendolagine. Punto.
E adesso da dove comincio? E soprattutto dove andremo?
Una folla di ricordi vocianti assedia il mio cuore.
Conobbi più di trent’anni fa lo storico corrispondente della Gazzetta del Mezzogiorno e fondatore del Da Bitonto.
Avevo già avuto la rara e mirabile fortuna di avere la di lui sorella Maria quale professoressa di matematica alla scuola media Rogadeo, figura esemplare di un mondo e un modo di educare che, forse, non esiste più.
Di Franco – che poi seppi chiamassero Don Franco o Franceschino a seconda del grado di familiarità e riverenza – mi colpì una peculiarità, che contraddistingueva i giornalisti di una volta. Leggeva i fatti prima che accadessero. Aveva fiuto.
Poi, al termine del liceo, mi presentai da lui con le mie superbe articolesse che ritenevo inarrivabili. Forbici alla mano e saggezza nelle parole, Franco Amendolagine ebbe la pazienza di tagliare pezzi e cresta.
Geometra del Comune da sempre, così pareva, aveva ereditato la passione giornalistica dalla tessera numero uno del quotidiano di Gorjux, il padre Prof Antonio, uomo aureolato di misteriosa sacralità. Che poi il figlio trasferirà, per esempio, nella redazione del periodico che fonderà per dare voce alla città: il Da Bitonto.
In quel cunicolo pieno zeppo di cose e ricordi, i cittadini portavano sogni e ansie, che lui trasformava in notizie. Il suo mensile era una bacheca dove chiunque poteva lasciare il suo bigliettino di speranza. È stato il maestro di tutti, non nel senso che esercitava un magistero magniloquente e supponente, ma nel senso che con l’agire ed i consigli ti indirizzava sulla retta via della comunicazione.
Tutti coloro che oggi vivono e lavorano nel mondo della comunicazione a Bitonto hanno sussunto qualcosa dal suo insegnamento. Mi vengono in mente Valentino Losito, Nicola Lavacca, Franco Matera, Piero Ricci. Ma pure Mimmo Larovere e Valentino Garofalo, Mariella Vitucci, Raffaele Capaldi ed Enrica D’Acciò. Insomma tutti o quasi si sono nutriti della sua esperienza. Persino negli ultimi anni, che la salute era stata minata duramente, aveva mutato in archivio di segreti il bunker sotto casa e lì continuava a lavorare, ad immaginare, a sognare. Una nuova rubrica. Un nuovo giornale addirittura.
Oggi, la notizia più triste e brutta che Franco non scriverà e che pure noi non avremmo mai voluto scrivere.
La redazione stringe in un abbraccio sentito e affettuoso la cara moglie Tiuccia e le amate figlie.
Però, ci sia consentito affermarlo con forza: Franco Amendolagine è stato, è e sarà sempre un patrimonio inestimabile per tutta la comunità bitontina.
Le spoglie mortali saranno vegliate presso la Chiesa del Purgatorio oggi, 6 ottobre, dalle ore 12.00.
I funerali saranno celebrati domani, 7 ottobre, alle ore 17.00 in Cattedrale.