Prendere consapevolezza delle ingiustizie che ogni giorno
contribuiscono ad accrescere il divario tra ricchi e poveri e riflettere sui
dati relativi alla distribuzione diseguale delle risorse nel mondo, spesso
sconosciuti o ignorati.
È questo lo scopo della Cena dei Popoli, l’evento organizzato
dalla Parrocchia di San Leone Magno, per far riflettere i ragazzi e seminare in
loro consapevolezza su temi importanti e delicati.
Circa duecento persone hanno partecipato all’iniziativa, tra
cui 180 ragazzi, dai 16 ai 20 anni, provenienti da diverse scuole di Bitonto.
Non una semplice cena, ma un gioco. Ai ragazzi è stata data
una nuova carta di identità di diversi paesi. A pochi ragazzi, quelli le cui
carte di identità indicavano paesi ricchi, è stato concesso di sedersi ai
tavoli, dinanzi alle tante pietanze servite, mentre a tutti gli altri, i poveri,
seduti a terra, è stata servita una piccola porzione di cibo. Fino al momento
della condivisione, in cui i ragazzi poveri hanno potuto sfamarsi grazie alle
donazioni dei ricchi o raccogliendo dalla spazzatura il cibo in eccesso
scartato dai ricchi.
La visione di un breve filmato, con la voce dell’attoreValerio Mastandrea, ha permesso di comprendere i tragici dati sulla povertà nel
mondo: 870 milioni di persone che soffrono la fame, 100mila persone che muoiono
ogni giorno, pari a quasi due volte la popolazione di Bitonto, 200 milioni di
persone che vivono con meno di un dollaro al giorno.
«Restare equivale a morte certa, partire a morte probabile»
spiega l’attore che, nel video, dando voce ad un anonimo migrante, indica le
ragioni che spingono migliaia di persona ad emigrare e a raggiungere, ogni
giorno, le nostre coste, dopo un viaggio lungo e pieno di pericoli: «Non abbiamo colpe se siamo nati dalla parte
sbagliata del mondo e voi non avete alcun merito per essere nati in quella
giusta. Impegnatevi a conoscerci e a cercare le risposte al fenomeno migratorio
nei paesi di partenza, non il quelli di arrivo».
Il significato dell’iniziativa, secondo il parroco don
Valentino Guarino, serve a trasmettere nei ragazzi la sensibilità ad una «ecologia dell’integrazione, dell’assistenza,
contro gli squilibri presenti nel mondo tra nord e sud».
«La cena è finalizzata
a far sì che i ragazzi si pongano delle domande – spiega il parroco – e capiscano che non siamo padroni di questo
mondo, le risorse non sono state date solo a noi, ma anche ad altri, perché siamo
una parte del mondo in cui viviamo, non la totalità. I ragazzi devono essere
educati al problema dello spreco di cibo affinché comprendano che ognuno di
noi, nel suo piccolo, può far qualcosa».
Alcuni dei ragazzi hanno già partecipato all’iniziativa
durante l’esperienza di volontariato al Sermig (Servizio Missionario dei
Giovani), gruppo fondato a Torino nel 1964, con sede in un ex arsenale militare
della città piemontese, con lo scopo di combattere la fame nel mondo tramite
opere di giustizia, promuovere lo sviluppo e praticare la solidarietà verso i
più poveri.
«L’iniziativa
della Cena dei Popoli fatta è piaciuta così tanto ai ragazzi che vi hanno
partecipato che hanno voluto riproporla a Bitonto affinché anche i loro amici
avessero l’occasione di riflettere sulle diseguaglianze nella ripartizione
delle risorse presenti nel mondo» ha spiegato Annarita, giovane animatrice della Parrocchia.