Segnali che aprono varchi di luce in un buio tunnel invincibile. Episodi che marcano un cambiamento in atto, nonostante tutto.
Due storie che hanno avuto la forza di mutare il corso degli eventi.
Qualche giorno fa, stazione centrale di Bitonto. Una donna, smarrita dentro i tormenti della sua anima, scende dalla banchina e si stende sui binari in attesa che il treno la conduca dove tutto è nulla. In men che non si dica una ragazza, un uomo, uno studente ed altri presenti le corrono incontro, tendono braccia e speranza verso quella signora che voleva farla finita. Il convoglio appare all’orizzonte, i gesti concitati, la forza per salvarla immensa. L’improvvisa, anonima e provvidenziale catena dell’amore regala ancora un domani a chi si rifiutava di viverlo.
Ieri, dopo due mesi e mezzo, la giustizia ha acciuffato i responsabili dell’assassinio della povera Anna Rosa Tarantino.
I protagonisti di quella balorda mattina del 30 dicembre sono stati inchiodati sì dagli inquirenti, che da subito hanno battuto le piste più giuste, ma anche dalle dichiarazioni di numerosi testimoni, che non hanno esitato a collaborare con le forze dell’ordine. Molti, vincendo il solito muro di gomma dell’omertà e polverizzando lo sterco della collusione, hanno deposto in lacrime, con Annina nel cuore.
“Hanno sentito dentro il dolore di una vittima innocente”, hanno sottolineato ieri, durante la conferenza stampa che ha illustrato l’esito dell’operazione. Ecco, due vicende esemplari che ci fanno credere che non tutto è perduto in questa città.