Così il sen. d’Ambrosio Lettieri (Noi con l’Italia) che questa mattina ha fatto visita al Commissariato di Polizia e alla Stazione dei Carabinieri di Bitonto, accolto dal vicequestore aggiunto dott. Fabrizio Gargiulo e dal maresciallo Giuseppe Salierno.
“La mia visita vuole essere una testimonianza di impegno e la promessa di una presenza sistematica, oltre che un doveroso ringraziamento per il lavoro formidabile che stanno svolgendo”, afferma il senatore, “Il problema non è tanto quello di inasprire le pene, quanto quello di renderle certe. In questa direzione occorre procedere alla ridefinizione dell’apparato normativo perché sia garantita la certezza della pena e attivare subito interventi efficaci per fornire concretamente il massimo supporto a forze dell’ordine e magistratura. Supporto che va inteso sotto il profilo logistico, strutturale e organizzativo, con particolare riguardo all’adeguamento degli organici e all’aumento delle risorse economiche”.
“Giustizia e sicurezza vanno intese come due facce della stessa medaglia”, sostiene d’Ambrosio Lettieri, “Perché è inutile inasprire le pene se poi non c’è una giustizia in grado di applicare la sanzione. Come pure è vano il lavoro delle forze dell’ordine se la giustizia non fa il suo corso”.
“Detto questo”, continua, “il recupero della legalità è fondamentalmente un problema etico. Non si tratta solo di un problema morale individuale, ma soprattutto di un fatto sociale che riguarda i contesti in cui le persone vivono insieme. Per recuperare un nuovo senso di legalità è indispensabile, a mio parere, la collaborazione sinergica tra istituzioni centrali e locali. Ma non si può in alcun modo prescindere da un coinvolgimento dal basso dei cittadini, a partire dalla mobilitazione di tutte le agenzie educative (famiglia, scuola, gruppi sociali) per costruire una cultura diffusa della legalità”.
“L’etica della legalità”, conclude, “chiama in causa l’educazione, la funzione formativa come processo centrale nella definizione un nuovo modello di convivenza civile e sociale condivisa. Educare alla legalità significa educare ad un esercizio responsabile della libertà. Per evitare che la mobilitazione si possa limitare solo alla circostanza delittuosa – a Bitonto come ovunque – occorre consegnare alle nostre comunità delle progettualità di bene comune che coinvolgano tutti e considerino diversi ambiti della vita sociale”.