Salgono a 16 i casi di variante indiana del Coronavirus, isolati nel Salento dal dipartimento di prevenzione dell’Asl di Lecce. Ma non è la sola variante presente in Puglia. È stato accertato, ieri, un caso della nuova variante “simil-nigeriana” presso il Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Sanità Pubblica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Bari, centro di riferimento regionale per Sars-CoV-2.
Due i focolai dei 16 casi, tredici di un cluster divampato a Lecce in una comunità indiana e tre di un cluster presente, invece, a Nardò.
Mentre la variante ‘simil-nigeriana’ appartenente alla stessa clade della nigeriana ma con più mutazioni nella proteina spike e in altre porzioni del virus, è stata riscontrata in un soggetto di nazionalità straniera che “è stato ricoverato con polmonite bilaterale in un ospedale della provincia di Bari e dimesso solo da qualche giorno”, come ha spiegato Maria Chironna, responsabile del laboratorio Covid-19 del Policlinico.
Ed è in questo laboratorio che sono state individuate le varianti grazie all’attività di sequenziamento del virus mediante whole-genome sequencing, una tecnica che consente di sequenziare l’intero genoma del virus.
Dall’inizio della pandemia ne sono stati sequenziati oltre 100. È grazie a questa attività se a dicembre 2020 è stata sequenziata la prima variante inglese identificata in Puglia e se nei giorni scorsi sono state identificate due varianti brasiliane e le prime due indiane. Dalla segnalazione dei primi casi di variante inglese e variante sudafricana, il Ministero della Salute ha raccomandato il rafforzamento della sorveglianza nei confronti delle nuove varianti ed ha indicato i criteri per procedere ad effettuare il sequenziamento.
Questa attività di sequenziamento del virus condotta nel laboratorio Covid-19 del Policlinico è stata, perciò, sovvenzionata con un finanziamento straordinario di circa 150mila euro per l’acquisto di kit specifici necessari per rafforzare l’attività di ricerca e prevenzione e per individuare con tempestività i focolai epidemici. Nell’ambito delle attività di sorveglianza per Sars-Cov-2 risulta necessario il monitoraggio delle sequenze genomiche per avere un quadro generale della circolazione del virus, dei vari lineaggi e di eventuali varianti.