E se l’anima della nostra città fosse quel dedalo bianco, sterminato e misterioso che immoto palpita nel cuore sotterraneo di Palazzo Pannone-Ferrara?
C’è qualcosa di antico nella storia che vi stiamo per raccontare.
Prendiamo una costruzione imponente, al centro di Bitonto, già tanto bella per quel che appare.
Dunque, arte e architettura secolari abbracciate fra loro. Adiacente, la costola un po’ più bassa che doveva custodire il grande frantoio della Famiglia proprietaria.
Aggiungiamoci una manifestazione, che già si prefigge di valorizzare le bellezze nostrane, ed una voce che pian piano si leva e prende a serpeggiar imperiosa per le strade, instillando curiosità negli animi più patriottici non meno che esteticamente sensibili: laggiù c’è un tesoro mirabile che vi stupirà tutti.
Così, la fila dinanzi all’ingresso delle cantine, nei due giorni splendido di Cortili Aperti 2015, s’è andata allungando ed infoltendo, tanta essendo la sete di scoperta.
Allora, chi ha cominciato a calarsi nei meandri del tempo spesso restava con gli occhi strabuzzati e la bocca aperta d’incanto. Un mondo di candore, pervaso da echi di vita passata e pur ancora pulsante.Un labirinto senza fine di sussulti e sorprese. Un gioco suadente di archi alti e melodiosi.
E la meraviglia che presto tutti catturava nasceva da una sensazione arcana e chissà forse inspiegabile: ognuno ritrovava la propria anima millenaria e verace, che fu grande.
C’è una purezza nascosta dentro la nostra bitontinità che andrebbe disvelata e recuperata. E meditarvi potrebbe aiutarci a guardar con maggior fiducia al domani, non del tutto rassicurante di per sé.