La Casa Alloggio “Raggio di Sole” a Bitonto, nel Barese, unica ad accogliere malati di Aids, compie oggi 25 anni dalla sua istituzione, avvenuta nel 1999.
La struttura fu inaugurata dall’allora ministro della Sanità Rosy Bindi e, in questi anni, ha accolto oltre 70 persone: “Siamo partiti quando l’Aids era considerata una malattia terminale – racconta Giovanni Vacca, direttore della Fondazione Opera “Santi Medici” -. A loro, che erano abbandonati da tutti, anche dalle loro famiglie, abbiamo restituito tutto: casa, dignità, speranza, voglia di vita”.
Quando la struttura fu aperta, negli spazi della Fondazione, “l’Aids era considerata una ‘peste’ e anche la comunità bitontina pensava avessimo portato la malattia in città – ricorda Vacca -. È stato fatto un grande lavoro culturale, di formazione anche per le giovani generazioni, per far comprendere cos’è davvero l’Aids: all’inizio c’era il barbiere che non voleva tagliare i capelli, il bar che aveva la tazzina assegnata. Oggi, invece, vivono un contesto sociale più o meno normale, come tutti noi”.
“Il vescovo Francesco Savino (attualmente vicepresidente della CEI, ndr) 25 anni fa, in un clima non favorevole come quello odierno, ha pensato in modo lungimirante di creare una struttura che poi si è rivelata specchio della nostra città – ha detto il sindaco Francesco Paolo Ricci -, che è inclusiva, solidale e accogliente”.
Dal punto di vista medico, grazie alle moderne terapie, “è stata portata la loro carica virale a zero e i pazienti, tutti d’età compresa tra i 60 e i 70 anni, vivono una vita ‘normale’, seppur con le loro fragilità”. Senza la Casa Alloggio “oggi la Puglia avrebbe avuto un problema maggiore in termini di contagio”, ha concluso il direttore della Fondazione.
Oggi sarebbe necessario che “la Regione Puglia riattivi i canali di prevenzione – ha detto Filippo De Bellis, coordinatore di “Raggio di Sole” -. la commissione regionale per l’AIDS ha bisogno di essere ripresa, perché non è mai partita veramente, per far sì che ci sia poi, su tutto il territorio regionale, un’opera di prevenzione e anche di cura”