Furono ordinati sacerdoti 50 anni fa da papa Paolo IV, nel 17 maggio 1970, nel giorno di Pentecoste. In quel giorno ricorreva anche il Giubileo sacerdotale del Papa. Parliamo di don Pasquale Muschitiello e don Antonio Bonerba, che hanno festeggiato l’anniversario del loro sì a Dio con una celebrazione eucaristica nella cattedrale di san Sabino di Bari, presieduta da monsignor Francesco Cacucci, e trasmessa in streaming a causa delle restrizioni in vigore per l’emergenza Coronavirus.
Mentre Bonerba, barese, è parroco della chiesa matrice di Triggiano, don Pasquale, bitontino, è parroco della chiesa di san Ferdinando, nel capoluogo. Furono scelti dai loro vescovi per la diocesi di Bitonto – Ruvo di Puglia e per quella di Bari. Con l’annessione delle due diocesi, si è avuta la particolarità di festeggiare insieme questi due sacerdoti, che, quel 17 maggio di 50 anni fa, a Roma, erano tra i 278 diaconi provenienti da tutto il mondo.
«Lì porto particolarmente nel cuore, per la loro disponibilità e la loro dolcezza e umiltà. Perché il Signore fa opere grandi, è un grande artista, agendo attraverso persone che guardano non a sé stessi ma a lui. E posso testimoniare che loro hanno sempre fatto testimonianza costante di tutto ciò» è il pensiero di monsignor Cacucci.
Ricorda con piacere quel 17 maggio di mezzo secolo fa e tutto ciò che è avvenuto dopo, don Pasquale Muschitiello: «Ho notato sempre la presenza della grazia di Dio, perché quando noi gli permettiamo di lavorare dentro di noi, tutto cambia, ogni limite, ogni difficoltà si trasforma in gioia. Allora avevo 24 anni, con l’entusiasmo di iniziare una nuova attività che mi apriva gli orizzonti. Sono stati anni in cui ho vissuto tante esperienze, nel santuario dei Santi Medici e qui a Bari. Ogni avvenimento è stato sempre bello ed entusiasmante anche se ci sono state le difficoltà. Ma la vita è tutta impegno e fiducia».
Pur non essendo presente, ci tiene ad essere vicino a don Pasquale anche monsignor Francesco Savino: «50 anni fa, un grande amico, veniva ordinato presbitero. Mi sarebbe piaciuto, oggi, essere a Bitonto per ringraziare il Signore per questo grande dono che gli ha fatto. Ma voglio, comunque, fargli giungere il mio abbraccio da questa sala di Cassano allo Jonio. Vorrei affidare tre parole al mio caro confratello e amico. La prima è “memoria”. Oggi cerca di riportare al cuore la memoria, partendo dalla tua famiglia genetica e allargandola a tutti i tuoi impegni pastorali che ti hanno affidato in questi 50 anni. E, soprattutto, cerca di mettere al centro di tutto quest’incontro che ti ha cambiato radicalmente la vita: l’incontro con Gesù. Ma alla memoria deve affiancarsi il ringraziamento, perché il prete è un uomo per gli altri. Ringrazia il signore per tutti i doni che ti ha fatto. Un’altra parola è futuro. Apriti al futuro nella fedeltà e nell’obbedienza a Cristo, sempre con il pensiero verso gli ultimi, verso le persone più fragili. Ti auguro la santità, carissimo don Pasquale. Io ti auguro di essere il santo della porta accanto, il santo della tua comunità, accanto ai tuoi confratelli, al tuo vescovo, ai fedeli».