E, adesso, come facciamo? Chi siamo noi per poter ancora rivolgerti la parola? Dove possiamo trovare la forza di levare il capo e parlarti? Noi che non siamo riusciti a scorgere le ferite invisibili del cuore? Sai, caro Maurizio, da quando non ci sei più, sei con tutti noi, più di prima. Perché ci mancano il tuo inflessibile rigore, la tua estrema rettitudine, la tua onestà antica, la tua infaticabile ricerca della giustizia, la tua rara capacità di “intelligere” i fatti, leggere cioè tra le righe quel che accadeva in questo villaggio triste e immaturo che certi giorni ci appare la nostra Bitonto. Le tue passioni da vivere visceralmente: la politica, il Milan, la Formula uno. L’impegno civile e morale, soprattutto. Perché sei sempre stato convinto, d’accordo con quel celebre filosofo, che l’ethos fosse il dàimon dell’uomo. Sei stato una delle anime di BitontoTv, lucente esperimento do informazione moderna, hai diretto con piglio arguto e lungimirante il Da Bitonto – quella squadra non ti ha mai dimenticato – ed hai inventato la seguitissima pagina LiberaMente, la tua tribuna donde castigavi i costumi troppo spesso eticamente degeneri di chi, invece, avrebbe dovuto dare l’esempio. Sempre con gli insegnamenti di tuo padre nel petto, la saggezza di tua madre nella mente, un mare di documenti sotto il braccio perché il tuo dire fosse inattaccabile. Così, le tue mille battaglie ti facevano imboccare una sorta di labirinto pirandelliano, del quale seguivi l’unico sentiero che conduceva alla verità e ti stupivi se vedevi tutti gli altri, ipocriti e proteiformi, perdersi con colpevole leggerezza per strade che, magari, menavano verso l’opportunismo e l’ingiustizia. E ne soffrivi, tanto. E, in questo modo, amaramente sembravi tu la stecca inquieta nel coro degli omologati che intonavano inni alla sperequazione e al lucro. Eri vox clamantis in deserto, e restavi quasi sempre solo con la verità che a mani nude e aperte offrivi alla città, troppo indaffarata a fare altro. Spigoloso, certo, ma pure entusiasta, guascone, a tuo modo solare. Ci lasci qui, con un dolore sordo, inconcepibile e devastante. Ti chiedo solo di guidare di lassù i passi dell’amata Marilena, di farti angelo custode dei tuoi cuccioli – eri fierissimo di loro: lo starai già facendo… -. Se vuoi, pensa anche a noi, ma non so se ne saremo degni…