Questa è una storia che è (ri)partita venerdì, quando in città, poco prima di sera, ha iniziato a diffondersi una terribile aria nauseabonda. E anche altrettanto fastidiosa.
Immediatamente partito il toto scommesse sulle cause, ci ha pensato il sindaco Michele Abbaticchio, con un post su Facebook, a spiegare come stavano le cose. L’origine era, ancora una volta, dalla e nella zona industriale di Modugno, così come successo non più tardi di qualche mese fa. Il primo cittadino annunciava, inoltre, che di lì a qualche ora sarebbe partito “un esposto a mia firma alle autorità competenti affinché si verifichino, con la nostra piena collaborazione, le azioni condotte dalle imprese più esposte alle ricadute ambientali negative, comprese quelle bitontine ovviamente”.
Così è stato, allora. Ha preso carta e penna e ha scritto al gruppo carabinieri forestale, situato sul lungomare di Bari.
“È da più giorni di questa settimana (la scorsa, ndr), particolarmente nelle ore serali, che Bitonto è invasa da un olezzo insopportabile, sicuramente amplificato da un’esagerata aria umida, tanto da rendere irrespirabile l’aria. L’aria maleodorante pare provenda dalla zona industriale di Modugno. Alla luce di quanto esposto, si chiede un intervento urgente di verifica soprattutto a quelle imprese gravitanti nella zona industriale di Modugno e Bitonto, che trattano fanghi e simili.
Sembra, allora, di ripiombare all’estate scorsa, quando era stato il primo cittadino di Bari in persona, Antonio Decaro, a scendere direttamente in campo e a denunciare i cattivi odori che stavano dominando in primis il quartiere san Paolo e poi quelli limitrofi, specificando anche di aver trovato i responsabili.