Si è tenuta ieri, nella sala Guaccero del Palazzo del Consiglio Regionale in via Capruzzi, a Bari, l’audizione sul caso Fer.Live che il consigliere Domenico Damascelli aveva annunciato già il mese scorso, quando su piazza Aldo Moro ci fu l’assemblea cittadina organizata dall’associazione Colibrì Atas, alla presenza di forze politiche, associazioni e semplici cittadini.
Damascelli, in quella sede, aveva infatti promesso di fornire il proprio contributo alla causa attraverso una richiesta di audizione in commissione ambiente per avviare un confronto con tutti gli attori istituzionali preposti e fare fronte comune contro la Fer.Live.
Ricostruendo la storia del caso Fer.Live, il consigliere regionale ha sottolineato, davanti alla commissione, i motivi alla base della sua opposizione alla realizzazione di una discarica di materiali ferrosi nell’agro bitontino. Motivi condivisi dall’intero comitato cittadino, che paventa il rischio che dietro di essa si nasconda un’altra verità: la volontà di realizzare una discarica di rifiuti industriali, ben più inquinanti e pericolosi per l’ambiente e per i cittadini.
L’ipotesi di realizzazione di una discarica di rifiuti ferrosi nell’agro di Bitonto è per l’esponente di Forza Italia assurda, in quanto danneggia la produzione agricola locale, soprattutto quella olivicola: Ed è per questo che, a margine dell’audizione, in una nota stampa, Damascelli ha criticato l’operato della Città Metropolitana e del suo sindaco: «Il progetto, presentato dalla società FerLive, aveva ricevuto dinieghi dalla Città Metropolitana che, inaspettatamente, è ritornata sui suoi passi, revocando il suo precedente parere negativo e concedendo illogicamente una proroga dei termini della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Proprio la Città Metropolitana, che tanto avrebbe avuto da chiarire in merito a questo bizzarro dietrofront, non solo non si è presentata nella persona del sindaco Decaro, ma non ha neppure inviato un suo rappresentante delegato. Un’assenza ingiustificata che di rado si verifica nelle Commissioni consiliari della Regione e che desta legittimi sospetti. Una vera bomba ecologica decisamente incompatibile con l’ambiente circostante: la zona individuata per l’insediamento del sito dista pochi chilometri dall’abitato della frazione bitontina di Palombaio, che conta circa tremila residenti e si estende in una ampia zona pianeggiante coltivata ad ulivi che danno frutti pregiati da cui si ricava l’olio extra vergine di oliva a Denominazione di Origine Protetta (DOP) “Terra di Bari”. Non solo: l’Arpa Puglia ha espresso parere negativo sulla base delle prescrizioni contenute nel Piano Regionale di Gestione Rifiuti Speciali, che destina le sole aree industriali all’insediamento di impianti di smaltimento. E non è certamente questo il caso».
«Oggi ci aspettavamo di avere lumi e chiarezza – conclude Damascelli, non nascondendo il proprio rammarico verso la giunta Decaro – ma il silenzio della Città Metropolitana può essere interpretato in modo molto eloquente. Una cosa è certa: continueremo a combattere per difendere la salute della comunità e l’integrità ambientale del nostro territorio, e chiediamo alla Città Metropolitana di ritirare il provvedimento del 14 giugno scorso con cui, a sorpresa e cambiando totalmente idea, ha concesso la proroga della VIA».
Presente all’audizione anche il sindaco di Bitonto (nonché vicesindaco della Città Metropolitana di Bari) Michele Abbaticchio, che ha confermato l’opposizione sua e della sua nuova giunta alla Ferlive. Con delibera del 20 luglio, infatti, il primo cittadino ha annunciato l’intenzione di opporsi e di impugnare la decisione della Città Metropolitana di prorogare il termine di efficacia della VIA, inizialmente concessa nel 2011 dall’allora Provincia: «Restando ancora stupito che chi ha taciuto quando poteva parlare oggi reclama a gran voce attenzione alle politiche ambientali (e ci sono carte a dimostrarlo), rendo nota la delibera odierna della seconda (nostra) amministrazione che replica quanto già fatto dalla prima. E su questo non guardiamo in faccia nessuno. La discarica Fer.Live? No, grazie. Ci vedremo ancora in Tribunale con tutti».